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Per il cenone della vigilia e il pranzo di Natale i 23 milioni di famiglie italiane hanno speso 2,8 miliardi di euro in cibi e bevande. Nove italiani su dieci hanno mangiato in casa con parenti e amici. La stima e’ della Coldiretti, che registra anche l’abbandono delle mode esterofile del passato. In questo Natale 2009 sulle tavole italiane meno caviale, ostriche, salmone e champagne e piu’ bollito, cappelletti in brodo, pizze rustiche. La tendenza e’ la riscoperta dei prodotti del territorio. Così come a Salerno e nella sua vasta provincia. Tutti in famiglia e con gli amici più cari per festeggiare in serenità il santo natale. E come svelatoci nei giorni scorsi, durante un excursus nelle pescherie del salernitano poche ore prima del cenone della vigilia, i salernitani spendono ed hanno speso nel modo giusto. Senza strafare, insomma. Con oculatezza. Evitando inutili sperperi. Hanno acquisto un quantitativo minore di pesce (la metà per il più delle famiglie) ma senza rinunciare a più varietà dello stesso: passando dal baccalà e lo stoccafisso, ai gamberoni, alle vongole ed alla frittura. Immancabile, poi, un buon vino bianco (scorte quasi esaurite nei supermercati) e per i più esigenti nelle enoteche cittadine. Senza dimenticare i dolci: casunciell e struffoli come da tradizione, accantonati pandoro e panettone. Poi, poi spazio ai regali. Anche qui il portafogli non si è sgonfiato molto: libri, dvd e maglieria le sorprese andate per la maggiore da porre sotto l’albero.
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