Oggi è |
Non vogliamo parlare di sopravvivenza cadetta. Di quanti punti o vittorie ha bisogno la Salernitana. Dei problemi societari. Del mercato di riparazione. Tutto passa in secondo piano, fortunatamente, quando si parla degli uomini bandiera. Dei calciatori bandiera. Dei professionisti. Di coloro, che nonostante i soldi, preferiscono restare legati ad un colore. Nella fattispecie il granata. Di chi stiamo parlando? Ma di Evans Soligo, un gladiatore del manto erboso ed un gladiatore della Salernitana. A Modena, contro il Sassuolo, indosserà per la 150esima volta quella maglia, granata, che è divenuta, oramai, una seconda pelle. Da quell’estate a Paestum, nel primo ritiro della comitiva di costruttori. Lui, Soligo, lagunare doc, è un salernitano d’adozione dopo aver vissuto la mancata promozione tra i cadetti (vedi semifinale persa con il Genoa), il torneo senza infamia e senza lode dell’anno successivo, la promozione con Di Napoli e la savezza all’ultima giornata di pochi mesi addietro. Arrivando ad oggi e dimostrando sempre di essere un gladiatore, ed a volte anche finalizzatore (il tiro a giro, alla Del Piero, con il Brescia tanto per far ricordare il tifoso più smemorato). E pensare che qualcuno voleva anche cederlo. E pensare che oggi è in scadenza di contratto. Che qualcuno si sbrighi, le bandiere sono poche in circolazione.
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