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“L’impresario delle Smirne” è in scena a Salerno al Teatro Verdi

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Al Teatro Verdi di Salerno venerdì 29 e sabato 30 gennaio alle 21.00, e domenica 31 gennaio alle 18.30, Eros Pagni sarà il protagonista principale de “L’impresario delle Smirne” di Carlo Goldoni, musiche Nino Rota, con Eros Pagni, e Gaia Aprea, Anita Bartolucci, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo, Max Malatesta, Giovanna Mangiù, Alvia Reale, Paolo Serra, Enzo Turrin; scene di Antonio Fiorentino, costumi di Maurizio Millenotti, coreografie di Alessandra Panzavolta, adattamento di Luca De Fusco e Antonio Di Pofi, regia di Luca De Fusco. Lo spettacolo è realizzato grazie alla sinergia tra il Teatro Stabile del Veneto, il Teatro Stabile di Catania, e la Fondazione Antonveneta, con il sostegno produttivo de La Biennale di Venezia. “Durante la recente tournée de ‘La famiglia dell’antiquario’ al Festival di Bogotà – scrive Luca De Fusco – Eros Pagni si ritrovò un pianoforte in camerino. Gli prese una gran voglia di cantare e iniziò ad intonare un’aria che mi sembrò uno dei famosi temi musicali della colonna sonora de ‘Il padrino’. Eros mi raccontò che quella musica Rota l’aveva composta per una messa in scena de ‘L’impresario delle Smirne’, firmata da Luchino Visconti, e poi successivamente riutilizzata per il film di Coppola. Da quella conversazione nacque l’idea di recuperare la partitura di Rota e allestire questo spettacolo che inizia proprio così, con Eros in un camerino immaginario che canticchia un’altra musica di Rota e accendendosi la sua vera pipa dà inizio allo spettacolo”.

“Ho la fortuna di lavorare da anni con Antonio Di Pofi – conclude De Fusco – per le migliori musiche e ultimo assistente di Rota in teatro. Con Antonio, e con Alessandra Panzavolta, mio inseparabile alter ego registico e coreografico, abbiamo subito pensato che un omaggio a Rota non poteva basarsi solo sulle musiche scritte dal maestro pugliese, ma doveva inevitabilmente includere anche una parte del suo repertorio cinematografico: le colonne sonore de ‘La strada’, ‘La dolce vita’, ‘Otto e mezzo’. Ho allora immaginato di raccontare la storia di un gruppo di guitti del 1950, i quali ricevono l’invito di una tournée a Smirne. Personalmente ho messo nello spettacolo il mio grande amore per Fellini e mi sono divertito ad inventare numeri teatrali sospesi tra l’avanspettacolo e il surreale, tra il gioco e l’astrazione. Addirittura ci concediamo un finale da passerella che è quanto di più lontano dallo stile teatrale da “stabile”. Noi ci siamo molto divertiti a farlo; speriamo che gli spettatori si divertano molto a vederlo”.

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Scritto da su 28 Gennaio 2010. Archviato in Culture, Spettacoli. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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