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La Corte europea ha accolto il ricorso presentato dall’Italia contro la sentenza dello scorso 3 novembre che impediva la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche. I cinque giudici che hanno analizzato l’incartamento hanno così riaperto il caso. Nei prossimi mesi dovrebbe essere seguire la discussione presso la Grande Camera della Corte Ue.
All’annuncio della posizione espressa dalla Corte di Strasburgo c’è stato il commento della Conferenza episcopale italiana: “L’accoglimento del ricorso presentato dal governo da parte della Corte europea è un segnale interessante che dimostra come attorno al crocefisso si sia creato un consenso ben più ampio di quello che si sarebbe immaginato, che conferma la inadeguatezza di talune posizioni volte a strumentalizzare simboli che hanno a che fare innegabilmente con le radici culturali dell’Europa e con la fede di milioni di persone che in tale segno si riconoscono”. La dichiarazione è del direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, don Domenico Pompili. “Si tratta dunque – ha aggiunto il portavoce dei vescovi – di un passo avanti nella direzione giusta”. Concorde l’arcivescovo di Salerno, monsignor Gerardo Pierro, che ha sottolineato anche il valore culturale del crocifisso, ripreso anche da Croce: “Croce a proposito del cristianesimo parlava dell’unica vera grande rivoluzione. Voler escludere questo simbolo significa voler creare steccati. I grandi valori cristiani se fossero da tutti condivisi ed approvati cambierebbero le sorti del mondo”.
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