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Il tifoso. Colui che si appassiona. Colui che si lascia andare. Colui che osserva. Al tifoso non manca proprio nulla per essere protagonista. Il tifoso paga il biglietto. Il tifoso paga l’abbonamento. Il tifoso ha il diritto di contestare, civilmente sia chiaro. Il tifoso della Salernitana, nel caso specifico, ha digerito tantissimi bocconi amari durante il suo lungo percorso di amatore di quella bandiera color granata. Soprattutto quest’anno. E non crediate che sia semplice, sabato dopo sabato, arrivare sulle gradinate, di tutti gli impianti d’Italia, uscendone poi senza un briciolo di soddisfazione. Ma nonostante questo, come più volte felicemente sottolineato, il pubblico granata può dire sempre la sua in termini di presenza. Con una media spettatori di 7.609, al di là dell’ultimo posto in classifica occupato dalla propria squadra del cuore, gli affezionati del cavalluccio si piazzano terzi nella speciale classifica di rendimento del tifo. Medaglia di bronzo che vale tanto quando l’oro conquistato dai tifosi del Torino (13.175) e l’argento dei tifosi del Cesena (10.832). Con due sostanziali differenze. I granata del nord hanno avuto dalla loro lo squadrone per stracciare il campionato mentre i bianconeri, freschi di immatricolazione cadetta, si sono rivelati la classica e piacevole sorpresa del torneo. Tanto di cappello, ancora una volta, ai salernitani in attesa della trasferta di domani ad Ascoli. Prevista una massiccia affluenza per rincorrere la sopravvivenza cadetta.
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