POSTA
Oggi è

Anche l’Università di Salerno nel nuovo progetto di ricerca sulle cellule staminali

Archviato in: In evidenza,Sociale | Versione stampabile Versione stampabile

Cellule staminali, esperti internazionali  siglano accordo all’Istituto Superiore di Sanità, per progettare una linea di ricerca su quelle intestinali. Una nuova sorgente di cellule staminali per la terapia delle malattie neurodegenerative e per la terapia cellulare. Una task force internazionale, che raccoglie esperti e istituzioni, si è riunita all’Istituto Superiore di Sanità per avviare le linee di un progetto di ricerca sulle cellule staminali intestinali adulte per combattere gravi malattie degenerative. “La lettera d’intenti che oggi le istituzioni e i ricercatori sottoscrivono in questo tavolo – afferma Enrico Garaci, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – rappresenta l’assunzione di un impegno concreto  a realizzare una sinergia intellettuale per concretizzare un programma di ricerca su un’area dello studio delle cellule staminali ancora non del tutto esplorata ma che sembra essere promettente. Questi studi, già iniziati attraverso una collaborazione tra l’Università di Salerno e l’Università del Maryland, oggi possono esser potenziati e strutturati attraverso un programma strategico di ricerca che vede coinvolti più soggetti e istituzioni  in una collaborazione Italia-Usa che per l’Istituto, in altri ambiti, è già consolidata e ha già prodotto notevoli frutti”.

La squadra è composta dallo scienziato di Baltimora Alessio Fasano, direttore del Mucosal Biology Research Center dell’Università del Maryland; Bruno Dalla Piccola, direttore scientifico dell’Ospedale Bambino Gesù; Ruggero De Maria, direttore del Dipartimento Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare dell’Istituto Superiore di Sanità; Giulio Maira, direttore dell’Istituto di Neurochirurgia del Policlinico Agostino Gemelli e Università Cattolica del Sacro Cuore; Raimondo Pasquino, rettore dell’Università di Salerno; Angelo Vescovi, direttore Scientifico dell’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo; Curt Civin, Associate Dean e direttore del Centro Cellule Staminali dell’Università del Maryland; Giuseppe Profiti, presidente dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Per l’Università di Salerno, in rappresentanza del rettore, era presente Paolo Ciambelli, direttore del Centro Nano Mates, che parteciperà alle attività di ricerca del progetto. Del gruppo farà parte anche il sindaco Vincenzo De Luca a testimoniare l’impegno di Salerno e della sua Università e della Fondazione Scuola Medica Salernitana che, nel gemellaggio con Baltimora aveva già collaborato a questi studi nella loro fase pionieristica. Per il Ministero della Salute sarà presente Massimo Casciello, direttore Generale della Ricerca a sottolineare l’attenzione concreta del Ministero della Salute nei confronti della linea di ricerca di cui oggi si sono disegnate le coordinate.

Alla riunione ha partecipato anche il Cardinale  Renato Raffaele Martino. “Perseguire queste linee di conoscenza impegnate a utilizzare la scienza a servizio dell’uomo – ha dichiarato il cardinale – non può che richiedere un’attenzione e un impegno anche della Chiesa in tutte le direzioni possibili a sostenere queste ricerche in cui la scienza è prima di tutto uno strumento a servizio dell’uomo per preservare la sua vita e alleviare la sua sofferenza”. Le cellule staminali intestinali, infatti, rappresentano un’interessante integrazione alle cellule staminali adulte finora esaminate. “Usando queste cellule non facciamo altro che sfruttare un meccanismo naturale – spiega Fasano – Queste cellule debbono normalmente sostenere il rimpiazzo ogni 4-7 giorni di tutte quelle che coprono l’intero tratto intestinale, lungo circa dodici metri. Si tratta perciò di cellule estremamente attive, con una pluripotenzialità intrinseca che le rende capaci di produrre diversi tipi cellulari tra cui cellule endocrine, mucosali, epiteliali e altre ancora. Si tratta, inoltre – conclude il professore – di cellule che possono essere ottenute facilmente, attraverso una semplice endoscopia quando è necessario e pertanto non richiedono neanche costi di conservazione e gestione e non presentano neanche rischi di rigetto o di reazione al trapianto, non essendo necessari donatori esterni”.

Link breve:

Scritto da su 26 Aprile 2010. Archviato in In evidenza, Sociale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

Devi Registrarti ed effettuare il Login per scrivere un commento Accedi