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Riceviamo e pubblichiamo una lettera aperta dell’arcivescovo di Salerno, mons. Gerardo Pierro, che riportiamo integralmente, dal titolo evangelico ed emblematico “La verità vi farà liberi”. Questo il testo della lettera aperta: “Fratelli e figli carissimi, come già vi comunicai, il 21 aprile 2010, ho presentato al Santo Padre le dimissioni da Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno in ottemperanza al can. 401 §1 del Codice di Diritto Canonico, che invita il Vescovo diocesano, al compimento del 75° anno di età, a ‘presentare la rinuncia all’ufficio al Sommo Pontefice il quale provvederà dopo aver valutato tutte le circostanze’. Senza voler fare il consuntivo di questi anni di episcopato salernitano, devo informarvi sulla portata del rinvio a giudizio, disposto dalla Procura di Salerno, per il Villaggio S. Giuseppe. Vi è noto che il rinvio a giudizio non significa condanna già scritta per i reati contestati. Anzi, è l’esatto contrario. Questa fase consente, finalmente, ai nostri legali di provare, dinanzi ad un Tribunale terzo, l’innocenza mia e dei miei più stretti collaboratori. Nel volume “Il Villaggio S. Giuseppe, una preziosa risorsa della Chiesa salernitana”, di Comincio Lanzara e Paolo Romano, sono state ripercorse tutte le fasi che hanno portato alla costruzione della struttura di via Salvador Allende: una struttura nata e rivolta a tutti i bambini e alle loro famiglie nello spirito dell’accoglienza e della carità cristiana. Ma, non è fuori luogo precisare alcuni momenti che hanno segnato la nascita e la vita della struttura.
SALERNO, cerniera tra le due coste
In occasione del Grande Giubileo, presentammo al Comitato il progetto e la relazione tesi ad ottenere il finanziamento per il restauro del Villaggio onde offrire ai pellegrini una dignitosa accoglienza. Fummo l’unica diocesi a presentare un progetto ed ottenere la licenza edilizia. Malgrado le nostre insistenze, il progetto non ottenne lo sperato finanziamento e la nostra idea di offrire, sempre nello spirito di servizio, un’accoglienza dignitosa e rispettosa delle persone, senza scopo di lucro, naufragò. A seguito, però, di un protocollo d’intesa tra la Regione Campania e la Conferenza Episcopale Campana, sottoscritto dal Governatore, on. Antonio Bassolino, e dal Presidente della Conferenza Episcopale, Cardinale Michele Giordano, dopo aver accertato la finanziabilita dell’opera, presentammo relazioni e progetti, redatti dall’Arch. Giovanni Sullutrone e dall’Ing. Nicola Sullutrone. Stanti la finalità e la bontà dell’opera, la Regione approvò il progetto sollecitandone l’apertura all’accoglienza di giovani, gruppi, associazioni e famiglie che ne avessero fatto richiesta.
Perché in Tribunale?
Il Consiglio di Amministrazione del Sostentamento del Clero, giunto alla normale scadenza del quinquennio, come stabilito dalla Conferenza Episcopale Italiana, non volle prendere atto della cessazione dell’incarico, insistendo in tutti i modi per la riconferma. Rifiutai fermamente ogni forma di ricatto e come di incanto fu guerra con l’inoltro alla Procura della Repubblica di un fascicolo accusatorio riguardante, tra l’altro, la Colonia S. Giuseppe: fascicolo inoltrato pure alle Congregazioni Romane che, come al solito, nulla fecero per impedire l’azione e per tutelare la diocesi e il suo Pastore.
Fiducia nella Magistratura
Pur consapevole dell’infamia subita per mano clericale, ribadisco, ancora una volta, la piena fiducia nell’opera della Magistratura e nella linea di difesa dei nostri Legali che, fin d’ora, ringrazio per la loro tenace azione, tesa a dimostrare l’assoluta estraneità ad ogni e qualsivoglia reato da parte mia e dei miei più stretti collaboratori.
Ho bisogno della vostra fiducia
Sono convinto che nessuno di voi, presbiteri e laici, ha mai dubitato dell’innocenza e della onestà mia e dei miei collaboratori. Sapete bene la mia estrazione operaia e il mio distacco dal denaro. Ripeto anche ora ciò che ho detto in altra circostanza: “Sono nato povero e voglio morire povero”. Né io, né i miei più stretti collaboratori, abbiamo mai approfittato anche di un centesimo; tutto quello che abbiamo fatto era per il bene della diocesi e di tutti i fedeli. Nulla è stato fatto per il nostro tornaconto! Anche la Visita Apostolica per i problemi economici della diocesi, propiziata dalla stampa e dagli esposti a Roma inoltrati da ben noti presbiteri, e, giova dirlo, senza nessuna convocazione dell’Arcivescovo, negando così anche la minima possibilità di esporre i fatti secondo verità, non ha intaccato minimamente il mio operato e il mio impegno pastorale per la Diocesi. Ora siamo sereni e attendiamo la conclusione dell’amara vicenda che vede coinvolto il ricattato, che per mantenere fede al suo ruolo e ai suoi principi non ha chinato il capo rispondendo “sì” ad alcuna richiesta. Perdonatemi se ho voluto aprirvi il mio animo, nel momento in cui siamo in attesa della nomina del nuovo Arcivescovo, che il Santo Padre ci manderà e al quale, fin d’ora, auguriamo ogni bene nel Signore. Con grande affetto saluto tutti voi. Vi benedico nel nome del Padre, dei Figlio e dello Spirito Santo”.
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