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La crisi del lavoro, a Salerno e provincia ci si occupa di due note particolarmente dolenti. Adesso bisogna stabilire il calendario della procedura concorsuale per la vendita all’asta del patrimonio della Cavamarket. Fallimento uguale preoccupazione per i circa 700 dipendenti che sono rientrati nel contratto di fitto di 37 punti vendita a marchio Despar Campania, alla 2C Spa degli imprenditori casertani Rosario Caputo e Carlo Catone. Non si esclude che nei prossimi giorni la mobilitazione di questi lavoratori possa farsi sentire. Intanto i giudici devono pronunciarsi sulla validità del fitto d’azienda, mentre sarebbe da considerarsi già nulla la prelazione di acquisto dei punti vendita concordata alla sottoscrizione del contratto con la 2C Spa. Ad accantonare la possibilità del concordato sarebbe stata l’esigua offerta transattiva: appena il 19,70 per cento circa per i creditori . Per concludere, un crack quello della Holding D’Andrea Company che si aggirerebbe complessivamente sui 190 milioni d’euro. Una quarantina i creditori che ha messo con le spalle al muro la Cavamarket Spa che insieme alla Gds srl rappresentavano la cassa continua del gruppo. Appesa ad un filo, invece, la vertenza che ha coinvolto i lavoratori dell’Aci (Automobile Club Italiano di Salerno): 13 licenziamenti, in 9 hanno tentato la via della conciliazione presso l’ispettorato del lavoro. I legali degli ex dipendenti hanno fatto istanza presso la sezione “lavoro” del Tribunale di Salerno. L’udienza è stata rinviata al prossimo 12 novembre. La vicenda dei lavoratori dell’Aci Salerno è stata anche oggetto di interrogazioni parlamentari. L’ente è commissariato e i dipendenti hanno chiesto più volte un incontro al commissario ma non sono mai stati ricevuti. La situazione dell’Aci non riguarda solo Salerno ma anche tanti lavoratori che operano negli enti Aci del nord e del sud del paese.
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