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Addio. No, arrivederci. Così vogliamo partire. Con cosa? Ma discutendo delle dimissioni di Antonio Lombardi, l’oramai ex presidente della Salernitana ma ancora proprietario del club granata. Cosa accadrà nei prossimi giorni? Staremo a vedere, soprattutto quando sarà presentato il nuovo quadro dirigenziale (probabilmente con Melito in prima fascia). Adesso, però, facciamo un brevissimo ritorno al passato. Dall’estate del 2005, in quel di Paestum, quando proprio Lombardi (a capo dei costruttori edili di Salerno, volenterosi anche nel convincere qualcuno a dar via libera proprio alle costruzioni) rileva la Salernitana una volta terminata (malamente) l’era Aliberti. Tutto fatto in poco tempo e nel primo anno di gestione (vedi semifinale play-off di Genova) salto di categoria sfiorato (per altro meritato). Poi? Poi la transizione, quella della salernitanità. Un mezzo fallimento ed un torneo anonimo. Si volta pagina, arrivano Fabiani e Murolo. Tutto cambia, la Salernitana vince e convince. Questa volta, fortunatamente, la cadetteria diviene realtà. Dalla gioia alle preoccupazioni, senza dimenticare il fatto Potenza, ed in ventiquattro mesi, tra una sopravvivenza acchiappata con i capelli, tutto svanisce. Il calcio è anche questo ma grazie lo stesso, Lombardi (al di à di che possano pensare i tifosi).
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