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Breda è il numero ‘1’ (non solo sulla maglia) ma non fateglielo notare, lui preferisce essere sempre il numero ‘4’

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Roberto BredaOggi è un numero uno (come indicato sulla maglietta d’allenamento indossata) ma in passato è sempre stato (come lui stesso ha tenuto a sottolineare) un numero quattro (praticamente il direttore d’orchestra del centrocampo, quasi sempre della Salernitana). Oggi, invece, è per la prima volta allenatore della formazione granata. “Sono orgoglioso della scelta che ho fatto, sono pronti a farmi valere insieme alla mia squadra”. Una scelta di cuore? “Sopratutto, questa è la mia seconda casa”. Quando si scende in campo, solitamente, più attenzione alla testa o alle gambe per raggiungere risultati importanti. “Sicuramente alle gambe. Ci vuole concentrazione durante la settimana ma poi è tutto tra i piedi. Deve funzionare quello”. Plebiscito dei tifosi per Breda, soprattutto su Facebook. “Sino a quando non perdo (grassa risata, a questo punto)”. Ma no, Breda è l’unico punto d’incontro al momento tra i tifosi e la Salernitana. “Dobbiamo essere tutti uniti. Sono felice della considerazione che hanno del sottoscritto ma tutti insieme bisogna risalire”. In C vale il giusto mix, più la giovane età o l’esperienza. “Un po’ di tutto. Sono abituato a lavorare con i giovani. Qui possiamo averne tanti a disposizione ma qualche atleta d’esperienza non fa mai male”. Ritornando alla Salernitana ed alla sua esperienza, quel gol al minuto 76′. “Non ho mai segnato tanto ma quello contro l’Avellino al Partenio è stato un gol che mi ha fatto entrare nella storia del calcio salernitano. Rimane la grande soddisfazione di aver regalato una grandissima gioia”. Breda chiederà ai suoi giocatori sacrificio e tanta voglia di non mollare, caratteristiche che d’altronde la contraddistinguevano in campo. “Ci sono giocatori pronti a tutti, altri bisogna stimolarli: è questo il campito di un allenatore. Ci proverò con tutte le mie forze”. Nessuna analogia con il passato ma siete quasi tutti alle prime armi, come nel 1993. “All’epoca nessuno ci aveva chiesto niento, un po’ come oggi, e noi riuscimmo, a fare spenti, ad essere straordinari. Bisogna mettersi sotto, non montarsi mai la testa e ci divertiremo e faremo divertire”.

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Scritto da su 22 Luglio 2010. Archviato in Calcio, Notizie, Sport. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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