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Controlli rigidi e cerimoniale da protocollo questa mattina per il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a Salerno. Alle 10.49 l’arrivo del Freccia Rossa nella stazione. Ed è qui che il Presidente è stato accolto dal primo caloroso abbraccio dei salernitani, come dirà più tardi nel suo intervento dal palco del teatro Augusteo. Qualche minuto più tardi l’incontro con il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, che lo ha accolto dinanzi ai cancelli di Palazzo di Città, dove secondo le disposizioni concordate con il Quirinale è stata sistemata la stampa. Una stretta di mano, giusto il tempo di uno scatto per i fotoreporter, e poi nel salottino di rappresentanza per un confronto istituzionale e la visita alla mostra su “Salerno capitale”.
Alle 11.55 il Presidente della Repubblica fa il suo ingresso al teatro Augusteo, accolto dall’applauso della platea. Presente anche, nella sua prima uscita ufficiale da arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti. Ci sono l’arcivescovo emerito, monsignor Gerardo Pierro, ed il cardinale Renato Raffaele Martino al quale è stata riservata la poltrona alla desta di Napolitano. Presenti quasi un centinaio di sindaci del vasto territorio della provincia di Salerno che conta 158 comuni. In platea il sindaco di Atrani, Nicola Carrano, ed il vice sindaco di Pollica, Stefano Pisani. Quest’ultimo ha scelto di non indossare la fascia tricolore.
E’ il ricordo di Angelo Vassallo e di Francesca Mansi a segnare, nell’intervento del sindaco De Luca, in quello del presidente della Provincia Cirielli ed in quello di Napolitano, l’essenza stessa del territorio salernitano prima, campano e meridionale poi. Tanti sono stati i rappresentanti istituzionali in platea. Tra gli altri anche Agostino Gallozzi, presidente di Confindustria Salerno; Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità Portuale di Salerno; Augusto Strianese, presidente della Camera di Commercio di Salerno;Antonio Lombardi, presidente dell’Ance Salerno; Alfonso Andria, Vice Presidente della Commissione Agricoltura del Senato; i già minisitri Pinto e Conte; il rettore dell’Univeristà degli Studi di Salerno, Raimondo Pasquino; il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Salerno, Attilio Bianchi.
A prendere per primo la parola è stato il sindaco De Luca, che ha presentato a Napolitano il modello Salerno in cui storia e voglia di riscatto si combinano in un continuo divenire all’insegna dello sviluppo e della costruzione. Partendo dall’esempio di Giovanni e Giorgio Amendola, De Luca ha ricordato i traguardi tagliati dalla città: dal suo essere primo comune d’Italia per la raccolta differenziata agli investimento nella proposta culturale.
Il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, ha parlato dell’importanza delle azioni istituzionali per “scuotere il mezzogiorno dal torpore”; puntando l’attenzione sulla necessità di infrastrutture e di trasferimenti di competenze dalla Regione con provvedimenti legislativi al fine di operare concretamente.
Prevenzione e sicurezza sono stati i temi centrali dell’intervento del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, così come il lavoro e la ricerca di armonia per la “risoluzione dei problemi comuni”.
E’ il presidente Nap0litano a cogliere e rilanciare dal palco del teatro Augusteo la sfida della sinergia istituzionale. Un discorso lungo 34 minuti nel quale il presidente degli italiani ha toccato diversi argomenti. E’ passato dal ricordo vivo del ruolo di Salerno nella storia della costituzione alle questioni più recenti della politica interna. I giovani e la disoccupazione; il riscatto del Mezzogiorno dai luoghi comuni e l’appello: “E’ tempo di vedere quali sono le priorità, quali sono le esigenze primordiali, dalla penetrazione della criminalità alla sicurezza”. Ed ecco il ricordo di Angelo Vassallo, definito da Napolitano come “il sindaco che ha fatto onore al Mezzogiorno per la bella immagine che aveva costruito del suo comune”, seguito da quello più dolce e quasi paterno di Francesca a quello più struggente per i lavoratori di Capua.
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