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Enti locali fortemente preoccupati per il futuro della Certosa di San Lorenzo a Padula

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Si è diffusa, in quest’ultimo periodo, una forte preoccupazione tra i cittadini di Padula e dell’intero comprensorio del Vallo di Diano, nonché tra le autorità locali e provinciali, in ordine all’esiguità del numero di addetti alla manutenzione della Certosa di San Lorenzo e alla penuria di fondi per il personale addetto alle visite guidate. In tal senso si è pubblicamente espresso di recente il sindaco del Comune di Padula, Giovanni Alliegro, durante la presentazione di una iniziativa culturale. Come è noto,  il complesso architettonico attira un flusso di visitatori e di studiosi durante tutto l’anno e particolarmente nei periodi climaticamente più favorevoli. Detto movimento è sollecitato dalla valenza culturale che la Certosa di per sé rappresenta, nonchè dalla presenza al suo interno del “Museo della Lucania Occidentale”, che custodisce importanti reperti  archeologici e che è gestito dalla Provincia di Salerno, e negli ultimi anni anche dall’ulteriore valenza che il monumento esprime in tema di arte contemporanea. A ciò si aggiunga l’ ulteriore incremento delle apportato dalle attività di carattere congressuale che sovente vengono ospitate nei vari locali di cui il complesso dispone.

In una interrogazione del sen. Alfonso Andria rivolta al ministro Bondi, e sottoscritta anche dai senatori campani Armato, Carloni, Chiaromonte, De Luca e Incostante, si chiede al Ministro, accertati i termini esatti della problematica esposta, quali provvedimenti intenda attivare onde “dotare la Soprintendenza di Salerno e Avellino delle risorse necessarie a far fronte alle esigenze basilari della Certosa di San Lorenzo in Padula, al fine di garantire la prosecuzione della sua regolare apertura al pubblico, con particolare riguardo all’attività di accoglienza, di assistenza e di guida dei visitatori”. In tal modo, è scritto conclusivamente nel documento, si eviterebbe di “arrecare pregiudizio ad un’emergenza architettonica di tale rilevanza, con tutto ciò che ne deriverebbe in termini di riflessi negativi sull’indotto economico locale e di lesione dell’immagine del patrimonio culturale della Campania, del Mezzogiorno e del Paese”.

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Scritto da su 11 Ottobre 2010. Archviato in Culture, In evidenza. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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