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La Commemorazione dei defunti

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Se la fede ci insegna che esiste un Purgatorio dove i peccati da espiare costringono i nostri cari, ci insegna anche che noi possiamo essere loro di aiuto con le nostre preghiere. Dal peccato veniale, che implica un semplice disgusto del Signore e la cui espiazione dura soltanto qualche tempo, si arriva alla colpa mortale, che implica difformità e rende il colpevole oggetto di abominio davanti a Dio, sicché la sanzione non può essere che un bando eterno, se l’uomo non previene col pentimento, in questa vita, la sentenza irrevocabile. Cancellando il peccato mortale, si evita la dannazione, ma non ogni debito del peccatore.  È noto come la Chiesa, con la pratica delle Indulgenze, metta a disposizione della loro carità un tesoro inesauribile al quale di epoca in epoca le soddisfazioni sovrabbondanti dei Santi si aggiungono a quelle dei martiri, a quelle di Maria Santissima e alla riserva infinita delle sofferenze delSignore. Se i suffragi del semplice fedele sono così preziosi, sono molto più preziosi quelli della Chiesa intera che fin dalla sua origine ha pregato per i morti. Nel 998, secondo la Cronaca di Sigeberto di Gembloux, l’abate di Cluny, sant’Odilone,  istituì la Commemorazione dei defunti in tutti i monasteri da lui dipendenti, stabilendo che fosse sempre celebrato il giorno dopo la festa dei santi. Il mondo applaudì al decreto di sant’Odilone, Roma lo adottò e divenne legge per tutta la Chiesalatina. Il Purgatorio non è eterno e la sentenza del giudizio particolare, che segue subito la morte, varia in modo infinito quanto alla durata. Può durare per secoli per anime particolarmente colpevoli o per anime, che, essendo escluse dalla comunione della Chiesa cattolica, restano prive dei suffragi della Chiesa stessa, sebbene la misericordia di Dio le abbia strappate all’inferno. Pio XI accordò una indulgenza plenaria applicabile alle anime del Purgatorio per la visita al Cimitero il 2 novembre e ciascuno degli otto giorni seguenti, a condizione che sia fatta una preghiera secondo le intenzionidelSommoPontefice.
Ogni anima si raccoglie così nel culto delle persone più care e dei più nobili ricordi. È la festa dei nostri cari morti e prestiamo allora l’orecchio alle loro voci, che di campanile in campanile in tutto il mondo cristiano si fa supplichevole e dolce in queste prime notti di novembre. Per tutto l’ottavario facciamo la visita delle tombe in cui riposano in pace i loro resti mortali. Preghiamo per loro e preghiamoli:  perché Dio li ama e, per una specie di soddisfazione alla sua bontà, le ascolta meglio, se implorano per altri, mentre la sua giustizia li mantiene in una condizione di assoluta impotenza per se stessi.

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Scritto da su 2 Novembre 2010. Archviato in Mondo cattolico. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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