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L’Italia che trema:denuncia,ricordo ,speranza…

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C’è un filo che lega Campania,BasIlicata ed Abruzzo ed è l’evento disastroso del terremoto che ha sconvolto in tempi diversi queste regioni, causando danni,vittime e cancellando interi paesi.

E’quanto mette in evidenza la manifestazione “l’Italia  che trema, 23 NOVEMBRE 1980 – 06 APRILE 2009 ,organizzata dalle associazioni Senza Periferie, Gli Amici di Eleonora e Il Cratere in occasione dei trent’anni dal terremoto che ferì mortalmente la provincia di Salerno, l’intera Campania e parte della Basilicata appunto,il 23 novembre 1980.

 La manifestazione ha come obiettivo quello di condurre, attraverso una mostra fotografica, un documentario e una serie di rappresentazioni teatrali, work-shop e convegni, il cittadino in un viaggio nel tempo a cavallo tra il presente, il passato e il futuro,nei luoghi distrutti del sisma salernitano, ma anche in quelli spazzati via dal terremoto che nel 2009 mise in ginocchio l’Abruzzo e la provincia dell’Aquila in particolare. Un lungo e a tratti sofferente viaggio fatto di memoria per ciò che è stato, di denuncia di ciò che non avrebbe dovuto essere e infine di speranza per ciò che potrà essere.Denuncia,memoria e speranza :i tre fili conduttori dell’iniziativa che è entrata nel vivo sabato scorso:nel Tempio di Pomona l’inaugurazione della collettiva fotografica “After 80” ,con gli scatti di Francesco Quaglia,Attilio Mina,Rocco Rorandelli,Pino Sorrentino,Lino Sorrentino,Antonio Giordano che hanno immortalato quei momenti drammatici ,attraverso i volti dei sinistrati,le devastazioni dei luoghi.

All’inaugurazione della mostra ha partecipato l’arcivescovo metropolita Mons.Luigi Moretti che ha ricordato il suo impegno ,di giovane prete con un gruppo di 20 ragazzi volontari,nel novembre del 1980,a Caposele,gemellata con la Diocesi di Roma, che per l’occasione si trasformò in una sorta di base logistica.

Mons.Moretti,ricordando le sue origini ed il terremoto della Val Nerina,che rese inagibili  il 75% delle abitazioni, ha evidenziato che questi fenomeni che sono la dimostrazione della fragilità della vita,ci dovrebbero dare il senso del reale e della legalità,per essere più attenti a creare le condizioni idonee per la nostra vita.

Sono fenomeni-ha detto mons.Moretti-che rappresentano un richiamo al senso di responsabilità collettiva che dovrebbe investirci tutti non solo nelle emergenze,ma nella quotidianità,come quella della situazione attuale dell’emergenza idrica,che ci spinge a trovare sinergie per superare insieme disagi e precarietà.

“Con l’aiuto di tutti riusciremo a fare qualcosa di buono ed importante per tutti”-ha concluso l’arcivescovo,ringraziando gli organizzatori della manifestazione per averlo reso partecipe di questo evento.

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Scritto da su 23 Novembre 2010. Archviato in Cronaca, Culture, In evidenza. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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