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Tino Veneziano espone le sue foto dal Mozambico alla galleria Fhotofabrica di Avellino

Sabato 18 dicembre, alle ore 17.00, in corso Europa/27 ad Avellino, verrà inaugurato un nuovo spazio culturale in città: Photofabrica, regno dei fotografi salernitani Francesco Truono e Michele Mari, unitamente a Nino Aleotti. E sarà presentata la mostra delle foto di Tino Veneziano, 21 scatti dal Mozambico, visitabile fino al 6 gennaio. Esiste un legame stretto tra il pensiero filosofico dell’esistenza e della ragione umane e il sapere del progettare-costruire, entrambe hanno un comune, e fondamentale riferimento, lo spazio. Noi uomini della fine ereditiamo il concetto di spazio come extensio, con esso Cartesio pensava lo spazio quale pienezza e continuità della materia e quindi quale medium del movimento, del tendere avanti a sé, quale sinonimo dell’amplificazione. PhotoFabrica, nome impegnativo scelto dai due artisti, derivante da luce e dal latino fabbrica, appunto cantiere, progetto in costruzione, diverrà il tòpos, il dove, che, localizzando, determina una cosa come “cosa per l’uomo”, che diventa condizione dell’esistenza, punto di riferimento dell’esperienza, che consente la progettualità e l’attuazione, l’esistenza razionale, aprendo all’arte, e quindi assumendo la caratteristica comunicativa o sociale di “luogo familiare”, mentre la familiarità del luogo assumerà il tratto di condizione necessaria di ogni progettualità, non solo civile.

La fotografia, come la musica o la pittura e la danza, è esperienza, è sempre prima “come” e poi “perché”: solo grazie a un dove che stabilizzando, normalizza, è possibile rendere comune l’esperienza, familiarizzarla, nel senso di comunicarla. Ecco che oggi PhotoFabrica, potrà considerarsi il segno, nel suo divenir parola, suono, critica musicale, che diventa di-segno, archè, principio in quanto da-dove della progettualità, essenziale punto di dipartimento di ogni pensiero che, per essere se stesso deve discernere, giudicare, orientarsi, criticare e che nel futuro prossimo, grazie ad una serie di eventi, potrà restituire qualcosa di una drammaturgia segreta, nella quale cominceranno ad annodarsi rapporti empatici, nascite, emozioni, che porteranno tutti coloro i quali varcheranno consapevolmente la soglia di PhotoFabrica “fare parte della scena”, al fianco degli artisti ospiti e degli organizzatori.

Il primo evento dello spazio di Francesco Truono, Michele Mari e Nino Aleotti, sarà una mostra di Tino Veneziano che nasce da una collaborazione che Tino, fotografo per passione e con l’ Africa nel Cuore, ha con la comunità di Sant’ Egidio e con il progetto Dreams, che la comunità porta avanti in vari paesi dell’ Africa. Tino Veneziano, infatti, si è schierato al fianco della Comunità di Sant’Egidio, che dal 2002 sostiene attivamente la popolazione africana dove risiede il 65% dei malati e degli infetti di tutto il mondo. Per l’inaugurazione di Photofabrica  è stata  organizzata la mostra fotografica «Viva l’Africa Viva» per sensibilizzare l’opinione pubblica e raccogliere fondi per il progetto «D.R.E.A.M.», acronimo di Drug Resource Enhancement against AIDS and malnutrition (miglioramento delle risorse farmaceutiche contro AIDS e malnutrizione).

Gli scatti di Tino Veneziano, non mostrano le solite immagini pietose in cerca di carità, ma 21 volti africani che raccontano altrettante storie di rinascita e riscatto grazie alle terapie. Dream, infatti, ha scelto di rifiutare l’idea che l’Africa dovesse essere lasciata con 30 milioni di malati d’Aids introducendo gli stessi strumenti utilizzati nel resto del pianeta. In assenza di un’adeguata terapia, su mille bambini nati da madri sieropositive, circa 400 sono affetti da Hiv. In ogni Paese in cui è attivo il programma, il 95% dei pazienti in cura è vivo dopo i primi cinque anni di terapia; il 98% dei bambini nasce sano da madri sieropositive. Per migliaia di malati in Africa DREAM vuol dire accesso gratuito alla terapia per l’Hiv, ma anche lotta alla malnutrizione. Accanto ai 31 centri clinici attualmente ci sono 18 laboratori attivi. Tutti gestiti da personale africano formato ad hoc.  Le intense immagini sono state realizzate in Mozambico e la loro particolarità delle foto di Tino è dettata dal fatto che non 
vediamo le ” solite ” foto di bambini denutriti dei quali tanto si è scritto e visto.
Le foto di Tino sono uno schiaffo a noi occidentali in quanto esse ci dimostrano quanto poco basterebbe per far si che ogni bambino, con un minimo di danaro, possa riprendere un sorriso e la propria, anche se in  povertà, la dignità.

Tino Veneziano nasce nel 1961, romano d’adozione, scatta la sua prima fotografia a dieci anni, poi appena maggiorenne utilizza la sua prima vera fotocamera, una Chinon CM-4. Fotografa saltuariamente sino al 1993 ma nel 2001, con il suo primo viaggio in Africa, inizia la sua passione stabile e crescente per la fotografia. Tino Veneziano predilige il fotogiornalismo, il reportage, proponendo immagini per raccontare la vita nelle sue diverse forme, la vita della gente, la strada, i volti, le emozioni, le gioie, i drammi. Dal 1979 è membro della Comunità di Sant’Egidio dove svolge il servizio di volontariato a favore dei senza fissa dimora di Roma. Nel 2001 si svolge il suo primo viaggio in Africa, in Mozambico dove la Comunità apre il primo Centro Dream.