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“Coraggio, anche nella notte della fede non lasciamo la mano del Signore perchè solo lui ci guidi nella vita verso la luce”. Questo il monito del Santo Padre, Benedetto XVI che nell’ultima udienza generale del 2010, tenuta stamane nell’aula Paolo VI, ha ricordato la figura di Santa Caterina da Bologna auspicando per il nuovo anno, anche per ciascuno di noi, il suo stesso programma spirituale. Santa Caterina di Bologna, donna di vasta cultura ma molto umile, dedita alla preghiera, all’offerta, al servizio nella gioia, il cui spirito era costantemente rivolto al cielo sull’esempio di santa chiara d’Assisi, fa un’esperienza molto forte della Misericordia di Dio e scrive un trattato dal titolo: Le sette armi spirituali.
La sua vita non fu semplice ma il suo corpo incorrotto, dopo oltre seicento anni, e il suo esempio di vita gioiosa nella preghiera ci inducono a seguire il consiglio del Papa e a studiare le sue armi spirituali per sconfiggere le tentazioni. Nel suo trattato Caterina pone al primo posto la diligenza, la sollecitudine nel compiere tutto; subito dopo la diffidenza di sè, seguita dalla completa confidenza in Dio e nel suo amore. Al quarto punto la Santa invita a “far memoria della gloriosissima peregrinatione di Gesù Cristo e della sua sacratissima passione e morte”. L’invito a ricordarsi poi che il nostro è un tempo limitato e che un giorno dovremo rendere ragione non solo dei mali commessi ma anche dei beni trascurati per negligenza dovrebbe spingerci ad operare il bene secondo la volontà di Dio. Far memoria dei beni del Paradiso è la sesta arma ma la più potente è la settima arma, quella con cui santa Caterina ci ricorda che possiamo vincere tutti i nostri nemici: lo studio e la meditazione della Sacra Scrittura.
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