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Il 2010 si è chiuso con un buon risultato per il sistema delle imprese italiane. Il bilancio anagrafico tra le aziende nate e quelle che hanno cessato l’attività ha fatto registrare un aumento di 72.530 unità, in crescita dell’1,2% rispetto all’anno precedente. Del ritorno alla ‘normalità’ della dinamica imprenditoriale non ha beneficiato il comparto artigiano che ha perduto circa 5mila aziende. Questi i dati di sintesi più significativi diffusi da Unioncamere sulla base di Movimprese. In termini assoluti le regioni che hanno visto aumentare di più il numero delle loro imprese sono state la Lombardia (+14.233) il Lazio (+12.477) e, più distanziata, la Campania (+7.279). Salerno e la sua provincia ottengono un 37esimo posto (su 105 province) per quel che concerne il totale delle imprese nel riepilogo dei principali indicatori di nati-mortalità delle imprese nel 2010: iscrizioni 7.353, cessazioni 5.901, saldo 1.452, tasso di crescita 1.22%. In relazione alle Imprese artigiane, invece, un 62esimo posto (sempre su 105 province): iscrizioni 1.333, cessazioni 1.463, saldo -130, tasso di crescita -0,62%. L’agricoltura continua a registrare una riduzione numerica delle imprese (-13.431 unità). La manifattura evidenzia un saldo complessivamente negativo per 2.061 unità. Le note più interessanti vengono dai servizi. Il commercio presenta il saldo settoriale più elevato in valore assoluto (+16.975 unità, il 71% delle quali nel comparto delle vendite al dettaglio). Rilevante è anche il contributo del comparto turistico (servizi di ristorazione e alloggio) che cresce di 13.029 unità, pari ad un aumento dello stock del 3,5%.
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