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Glauco Mauri e Roberto Sturno calcano il palcoscenico del Teatro Verdi di Salerno con la commedia “L’inganno” di Anthony Shaffer. Spettacoli da giovedì 24 a sabato 26 febbraio alle ore 21.00; domenica 27 febbraio alle ore 18.30 in pomeridiana. Glauco Mauri e Roberto Sturno sono i protagonisti del testo teatrale di Anthony Shaffer: Sleuth, letteralmente “segugio”; “L’inganno” è il titolo dello spettacolo prodotto dalla Compagnia Glauco Mauri – Roberto Sturno. Le scene sono di Giuliano Spinelli, i costumi di Simona Morresi, le musiche di Germano Mazzocchetti, la regia di Glauco Mauri.
La storia si basa su un gioco di inganni, di orgoglio, di vendetta, tra due uomini per il possesso di una donna. Un gioco di investigazione, di doppi, di cinico umorismo, sul filo del mistero, della falsità, delle bugie. Un gioco all’ultimo sangue tra un famoso e ricco scrittore di gialli, chiuso nella sua casa dai mille trabocchetti, e l’amante della sua frivola moglie. Un gioco per la vittoria della mente più astuta. Nel 1972 Anthony Shaffer (fratello gemello di Peter Shaffer, autore dei fortunati Equus e Amadeus) ricevette il prestigioso “Premio Award” per la migliore commedia dell’anno, Sleuth, che cominciò così la sua fortunatissima carriera teatrale. La critica la definì subito un thriller-psicologico ed ebbe un tale successo che fu adattata per il cinema per ben due volte (1972, regia di Joseph L. Mankiewicz, con Laurence Olivier e Michael Caine; 2007, regia di Kenneth Branagh, con Michael Caine e Jude Law, sceneggiatura di Harold Pinter). Nell’elaborazione di Glauco Mauri il titolo è diventato: “L’inganno”.
La prima teatrale della commedia fu a Londra, all’Ambassadors Theatre con Anthony Quayle e Keith Baxter diretti da Clifford Williams, successivamente la pièce debuttò al Music Box Theatre di Broadway. Nella città di New York rimase in scena per ben 4 anni, mentre a Londra le repliche si protrassero per 8 anni. Da ricordare anche il fortunato adattamento francese dal titolo Le Limier, che vide tra i suoi interpreti principali Jacques Weber e Philippe Torreton e rimase in cartellone a Parigi per più di una stagione. Tuttora lo spettacolo viene replicato nei maggiori teatri di tutto il mondo. Ma qual è il motivo di tanto successo e tanto gradimento del pubblico? Anthony Shaffer certamente propone in questo testo tutte le sue abilità di sceneggiatore di gialli. Di rilievo sono le sue collaborazioni con Alfred Hitchcock e numerosi sono gli adattamenti per lo schermo di alcuni dei più famosi romanzi di Agatha Christie.
Ma c’è qualcosa di molto di più nel fascino di questa commedia: ironia, dramma, comicità e sorprendenti colpi di scena danno a questo testo il dono di creare un’atmosfera di grande divertita tensione. Due uomini giocano ad ingannarsi, a ferirsi nei loro più intimi sentimenti; e il gioco spesso sfocia in una farsa feroce. Tuttavia, come accade spesso nella vita, la farsa che umilia le debolezze dell’uomo si tramuta in un dramma dove l’uomo rimane vittima di se stesso. Non a caso il gioco termina con lo sghignazzo di un pupazzo meccanico, che inerte ha assistito alla scena e che ci dice, lui senza anima, quanto pazzi siano gli uomini che giocano a ingannarsi e a farsi del male. Si ride, ci si diverte ma ci si ricorda anche che l’uomo rimane sempre il protagonista, nel bene e nel male, del suo destino.
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