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Approvato un progetto dell’Università di Salerno presentato alla Commissione Europea

E’ in programma per martedì 2 e mercoledì 3 marzo la riunione di avvio del progetto europeo D-Code (Dc/dc COnverter-based Diagnostics for Pem systems). Il progetto è finanziato dalla Jti Celle a Combustibile e Idrogeno (Fch-Ju) con i fondi del settimo Programma Quadro. La proposta dell’Università di Salerno è stata valutata positivamente dalla Commissione Europea ed ha ricevuto un finanziamento di 1,17 milioni di euro. L’importante iniziativa scientifica, coordinata da Cesare Pianese, del Dipartimento di Ingegneria Industriale (Diin), prevede la partecipazione di quattro industrie, due università, insieme ad un centro di ricerca della società elettrica francese Edf. Il gruppo di lavoro dell’Ateneo salernitano è costituito da un team multidisciplinare che riunisce le competenze dei raggruppamenti “Macchine a Fluido e Sistemi Energetici” ed “Elettrotecnica” del Dipartimento di Ingegneria Elettronica ed Ingegneria Informatica (Dieii).

Nello scenario energetico di medio-lungo termine le celle a combustibile rappresentano una soluzione più che promettente. Esse sono adatte per applicazioni fisse e mobili grazie all’elevato rendimento di conversione energetica (dell’ordine del 45%) e al minimo impatto acustico e ambientale; quest’ultimo è limitato alla sola CO2, se l’idrogeno è prodotto mediante reforming di un idrocarburo. L’assenza di processi di combustione garantisce una rilevante riduzione di emissioni inquinanti, che oggi rappresentano ancora la maggiore causa di mortalità da inquinamento atmosferico.

Obiettivo del progetto D-Code è la realizzazione di un innovativo sistema diagnostico in grado di valutare le condizioni di funzionamento della cella, e modificare i parametri operativi per aumentarne l’efficienza e la vita media. I risultati del progetto D-Code contribuiranno ad accelerare l’industrializzazione e la diffusione delle celle a combustibile e favoriranno le industrie attive nel settore con un vantaggio competitivo su scala mondiale. Oltre ai risultati scientifici e industriali, strettamente legati agli obiettivi dei progetti, l’integrazione tra ricerca europea, innovazione e formazione universitaria avrà ricadute positive su studenti, dottorandi e assegnisti coinvolti, con importanti sviluppi professionali e occupazionali.