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Isabella Ferrari ed Ennio Fantastichini al Teatro Verdi di Salerno con “Il Catalogo”

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E’ in programma al Teatro Verdi di Salerno, per la chiusura della stagione di prosa, da giovedì 31 marzo a sabato 2 aprile, ore 21.00, e domenica 3 aprile, ore 18.30, “Il Catalogo – Aide Memoire” di Jean Claude Carrière, con Isabella Ferrari ed Ennio Fantastichini; scene e luci di Massimo Bellando Randone, costumi di Sandra Randini, musiche di Arturo Annecchino, traduzione e regia di Valerio Binasco.

Questa storia, interpretata in Francia nel 1994 da Fanny Ardant e Bernard Giraudeau, ottenne grande successo di pubblico e di critica. Jean-Jacques (Ennio Fantastichini), giovane avvocato in carriera, noto Don Giovanni della Parigi bene, conduce una vita da scapolo esemplare, perfettamente organizzata tra ufficio, serate mondane e nottate con donne sempre diverse. Ha però un difetto: non ha memoria, ed è perciò costretto a catalogare in un album tutte le sue conquiste. Un giorno piomba a casa sua Suzanne (Isabella Ferrari), una giovane alla ricerca di un certo Philippe Ferrand. La donna è stanca, e senza troppi preamboli decide di installarsi a casa di Jean-Jacques sconvolgendo così l’ordine maniacale del suo monolocale e della sua vita. Si tratta di un tragicomico incontro-scontro di universi paralleli e apparentemente estranei. L’incomunicabilità, e dunque la solitudine, sono le due dimensioni in cui vivono i personaggi.

«La coppia Fantastichini-Ferrari rappresenta un binomio davvero perfetto – spiega il produttore Tumminelli – ed artisticamente in grado di abbinare capacità, classe ed originalità. Sono due attori completi, una grande risorsa per il teatro italiano. Come del resto lo è Valerio Binasco, che ha firmato la regia dello spettacolo». «Il Catalogo è una commedia delicata e divertente – scrive nelle note di regia Rinasco –. Il titolo (almeno in italiano) si ispira al Don Giovanni di Mozart, e la ragione è tematica e musicale insieme. Il dialogo scorre infatti leggero e brioso come le “note bambine” delle partiture settecentesche e il personaggio maschile si ispira, o almeno vorrebbe, al celebre seduttore. Questa commedia gioca con l’impossibile e con l’assurdo e l’autore sembra divertirsi molto a mandare a gambe all’aria le nostre pretese di vivere in una realtà “normale”. Il tema narrativo è di quelli molto cari al teatro e al romanzo tardo novecentesco: l’impossibile incontro tra un uomo e una donna. Tanto più fatale, quanto più imprevedibile.

Per salvarsi dall’impossibile amore, i personaggi si aggrappano in modo quasi ossessivo alla verosimiglianza dei dialoghi e delle situazioni, ma solo per approdare a un’atmosfera di intimità senza scampo, e tuttavia leggera e primordiale, dove la realtà si rivela per quella che è: una specie di prigione dell’anima. Da quel momento in poi, Il Catalogo, sembra un sogno. Sembra uno di quei film meravigliosi di certa Nouvelle Vague, che si accanivano a scoprire l’assurdo delle storie d’amore , e di quell’assurdo finivano per innamorarsi e farci innamorare. Tutto si gioca nel dialogo tra un solo uomo e una sola donna. C’è un mondo segreto, meraviglioso e senza colpe dentro di noi e solo l’amore e il coraggio che l’amore sa donare possono liberarlo. Sembra solo un gioco crudele, ma è un gioco divino. Perché l’amore è un Dio. Un Dio che si nutre delle nostre storie, dei nostri giochi, delle nostre fughe inutili e ci dà in cambio l’unica vera bellezza della vita. Il terribile dio-bambino dell’amore si è certo molto divertito leggendo Il Catalogo».

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Scritto da su 30 Marzo 2011. Archviato in Culture, In evidenza. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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