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“Stop al caporalato”:anche a Salerno la campagna della CGIL

Il caporalato è una delle piaghe che colpisce in particolar modo l’agricoltura e l’edilizia e che potrebbe essere ancor più diffuso con i recenti movimenti migratori .Contro questa vera e propria forma di schiavitù che investe non solo il Sud,ma tutta l’Italia,scende in campo la CGIL  lanciando  la campagna informativa “Stop al caporalato”  finalizzata all’ottenimento di una legge specifica contro lo sfruttamento della manodopera.
Presso la sede della Camera del Lavoro di Salerno, in una conferenza stampa, sono state illustrate le modalità e gli obiettivi dell’iniziativa che, a livello territoriale, sarà caratterizzata anche dalla sottoscrizione di un “patto per la legalità”che coinvolgerà il sindacato, gli Enti locali e le parti datoriali.Alla conferenza stampa hanno partecipato Luigi Rotella, segretario nazionale Flai, Giovanni Sannino. Segretario generale Fillea Campania, Giuseppe Brancaccio, segretario generale Flai Campania, Franco Tavella, segretario generale Cgil Salerno, Gino Adinolfi e Giuseppe Carotenuto, rispettivamente segretari generali di Fillea e Flai Salerno.
“La campagna  si è resa necessaria perché, attualmente, in Italia non esiste il reato di “caporalato” e quindi il “caporale” rischia solo qualche ammenda economica,:per questo FLai e Fillea chiedono al Parlamento di riconoscere questo crimine al pari dello sfruttamento degli esseri umani.

“Solo così – ha sottolineato Franco Tavella,segretario provinciale della CGIL,-potremo contribuire a liberare tanti lavoratori, specialmente nei comparti agricolo ed edile, da quella che si configura come una vera e propria forma di schiavitù”.L’altro elemento dell’iniziativa è il“patto per la legalità” ,per la cosstituzione di un tavolo che possa contenere tutti gli  elementi finalizzati a combattere l’odioso fenomeno del caporalato, garantire trasparenza per gli appalti, costruire un osservatorio sulla sicurezza del lavoro, razionalizzare i controlli, varare misure volte alla tutela dei migranti, utilizzare i beni sequestrati alla camorra per attività sociali e a scopo abitativo, promuovere la cultura della legalità.Anche questa iniziativa rientra nell’ambito del Camper dei diritti verso le istituzioni che la CGIL sta promuovendo in tutta Italia.

Alla fine della giornata di mobilitazione l’incontro con la comunità dei migranti in una delle ville sequestrate alla camorra a Capaccio e utilizzate come soluzione alloggiativa temporanea per alcuni migranti.