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“Se è vero che una democrazia è compiuta solo quando nessuno dei suoi componenti è escluso, come sosteneva Norberto Bobbio, oggi siamo chiamati a non escludere questo piccolo popolo composto prevalentemente di bambini, di cui in Italia 30.000 dei 170.000 vivono ancora nei campi nomadi”.
Le parole di mons. Carlo Perego, direttore nazionale della fondazione Migrantes, pronunciate ieri nel focus conclusivo della tappa salernitana del progetto Caritas “Fuori Campo”- svoltosi nel salone degli stemmi di palazzo arcivescovile a Salerno alla presenza del nostro arcivescovo, S.E. mons. Luigi Moretti- hanno scosso i numerosi presenti su un problema che riguarda tutti: l’integrazione del popolo Rom nel nostro tessuto socio-economico. L’11 giugno prossimo il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un’udienza solo per il popolo Rom in un anno in cui per la prima volta la comunità europea ha riconosciuto il massacro, durante il secondo conflitto bellico mondiale di 500.000 Rom.
Solo dal 2007 l’Unione Europea ha iniziato a occuparsi della questione Rom e nel primo semestre del 2008 Caritas Italiana ha realizzato un’indagine per elaborare una mappatura degli interventi delle Caritas diocesane sul tema. Al tavolo di lavoro nazionale, fra le 13 diocesi chiamate a offrire impegno, c’è anche la nostra di cui è direttore don Marco Russo. Da circa 18 mesi Carmela Mollo è referente locale del progetto. Dalla tavola rotonda sono emersi i termini della questione come la mancanza di una politica condivisa ed efficace a livello nazionale e locale per l’inclusione reale di Rom e Sinti che si riflette in tutti gli aspetti della loro vita quotidiana, casa, scuola, lavoro, sanità, rendendo manifesta la necessità di un intervento unitario teso alla tutela e alla non discriminazione di questa minoranza- parliamo di 10 milioni in Europa, 170.000 in Italia di cui il 60% ha meno di 14 anni e 50.000 meno di 6 anni- nella convinzione che, come ha affermato il Parlamento Europeo nella Risoluzione del 10 luglio 2008 ” le politiche che aumentano l’esclusione non saranno mai efficaci nella lotta alla criminalità e non contribuiranno alla prevenzione della criminalità o alla sicurezza”.
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