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Le idee degli architetti salernitani in mostra nella splendida cornice del Tempio di Pomona

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“Spero che voi capirete che l’architettura non ha nulla a che fare con l’invenzione di forme… L’architettura è l’autentico campo di battaglia dello spirito”. E’ con questa citazione di Ludwig Mies van der Rohe, maestro del “movimento moderno” autore di opere grandiose e senza tempo come la Neue Nationalgalerie di Berlino, che gli architetti salernitani aprono una nuova stagione di partecipazione alla vita pubblica e “si presentano” al pubblico con una grande Mostra su dieci anni di progetti realizzati per il territorio salernitano, per altre aree d’Italia, per il design. Saranno esposte al Tempio di Pomona, nel centro storico di Salerno, da martedì 14 a sabato 25 giugno, le tavole raffiguranti 52 progetti di architetti salernitani vincitori (o secondi e terzi classificati) di concorsi di idee e progettazione nel decennio 2000-2010. L’iniziativa, dell’Ordine degli Architetti della provincia di Salerno, sarà inaugurata martedì 14 giugno alle ore 18.00, da una tavola rotonda cui il presidente dell’Ordine, Maria Gabriella Alfano, ha invitato a partecipare il presidente della Provincia Edmondo Cirielli, il sindaco Vincenzo De Luca, il soprintendente Bap Gennaro Miccio, il preside della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Salerno Vito Cardone, il presidente dell’Ance Salerno Antonio Lombardi. Modererà il giornalista Rai Tg2 Daniele Rotondo, autore del video “Architetti. La nuova sfida” presentato a Napoli per Archiprix.

“La Mostra è un microcosmo delle tante sfaccettature che caratterizzano la professionalità degli architetti salernitani – ha detto il presidente dell’Ordine Maria Gabriella Alfano – e un catalogo riprende il materiale esposto, presentando gli elementi cogenti di ciascun progetto perché mettano in luce le eccellenze presenti nel nostro territorio”. Si va dai percorsi lungo il fiume Sarno, al museo archeologico di Elea-Velia, dalla valorizzazione del paesaggio lungo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria al “Borgo di Luce” di Cava de’ Tirreni, dalla Porta Est della città di Salerno alla difesa della costa sud, ma con importanti disegni che riguardano anche Torino piuttosto che Napoli, Sassari, Lecce o il caratteristico borgo di Castelmezzano sulle Dolomiti lucane, fino ai progetti che hanno vinto i concorsi di design. Si tratta dunque di ambiti territoriali, residenze, edifici e luoghi destinati ad attività ricreative, culturali e sportive, ma anche di infrastrutture per la mobilità, della riqualificazione di aree industriali dismesse e della valorizzazione di siti archeologici. In tutto quasi 200 firme (alcune si ripetono in più progetti) di professionisti salernitani che hanno disegnato pezzi importanti di territorio. La Mostra, non per caso, gode del patrocinio della Provincia di Salerno, del Comune di Salerno, della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, dell’Università di Salerno e dell’Ance Associazione costruttori edili di Salerno.

“E’ nostro intendimento – scrive infatti la presidente Alfano nell’introduzione al catalogo – continuare sulla strada della promozione della nostra professionalità confrontandoci con le altre categorie professionali, con il mondo della politica, con l’imprenditoria, con le parti sociali e le associazioni per individuare insieme scelte condivise, capaci di rispondere ai bisogni degli uomini e delle donne del terzo millennio”. Ma la Mostra ha un altro obiettivo ambizioso: promuovere i Concorsi di Architettura. Lo spiega ancora Maria Gabriella Alfano: “Ci battiamo per i Concorsi che scelgono il vincitore in base al progetto, non al curriculum o al nome più o meno noto. Ci battiamo per i Concorsi aperti a tutti, senza lo sbarramento del fatturato. Per i Concorsi non suggeriti dalle norme, ma banditi per ottenere spazi pubblici di qualità”.

Il catalogo vede la direzione editoriale degli architetti consiglieri Mariella Barbaro, Matteo Di Cuonzo e Marianna Nivelli, organizzatori dell’evento con gli altri componenti della commissione Cultura Ilaria Andria, Marcoalfonso Capua, Ilaria Concilio, Emanuela D’Auria, Diego Elettore, Sabrina Masala, Massimiliano Mattiello, Alessandro Siniscalco, Fabrizio Vito e Gianluca Voci. La frase di Ludwig Mies van der Rohe compare sui manifesti e sugli inviti all’opening della Mostra.

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Scritto da su 13 Giugno 2011. Archviato in Culture, In evidenza. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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