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Diffusa una dura nota del presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari della provincia di Salerno, Giovanni Bruno, rivolta al commissario straordinario dell’Asl di Salerno, Maurizio Bortoletti. Riportiamo alcuni stralci del testo che affronta un tema delicato e pressante.
“L’Ordine dei Veterinari – scrive il presidente Giovanni Bruno – convinto che la sua presenza (n.d.r. Bortoletti), per il ruolo, le competenze e le esperienze in essere, fosse oltre che una risorsa soprattutto un riferimento importante al fine di poter raggiungere i traguardi che questa Provincia merita, si è mosso anche in termini progettuali ed è riuscito a chiudere un accordo in Regione per la istituzione nell’Asl Salerno di un centro di riferimento regionale sulla risorsa mare e sui prodotti della pesca. In tale ottica ho atteso una sua convocazione, ovviamente più volte sollecitata in segreteria e purtroppo mai avvenuta, per condividere, unitamente all’Università, all’Istituto Zooprofilattico, alla Regione ed altri importanti Enti, anche questo percorso verso l’eccellenza”.
“Nella redazione del Piano Attuativo di riorganizzazione dell’Asl Salerno – prosegue Bruno rivolto a Bortoletti – lei ha dimostrato di non avere una visione chiara e completa della realtà aziendale ed in particolare delle varie attività sanitarie che vengono erogate dall’Azienda. Si è impegnato solo ed esclusivamente sulla riorganizzazione di talune attività che ha potuto constatare carenti sul piano amministrativo, gestionale e funzionale, oltre all’applicazione del Decreto 49. Pertanto, il Dipartimento di Prevenzione risulta residuale, trattato con ingiustificata superficialità, mediocre visione strategica e con vistose criticità rispetto all’intera impalcatura curata nei particolari in altri settori. Eppure il territorio, ed in particolare il Dipartimento di Prevenzione, meriterebbe ben altro in termini di crescita sostenibile nel rispetto del finanziamento previsto”.
“Non ha ragione di esistere una azienda che” impiega persone”, ma l’azienda deve essere concepita come una squadra di tecnici – precisa Bruno – che, nella diversità professionale ed organizzativa, hanno uno stesso obiettivo, e siano capaci di colloquiare e collaborare anche con altre aziende, che valorizzino le risorse umane ritenendo quest’ultime il valore aggiunto di una sanità che deve necessariamente migliorare l’efficacia delle azioni. Questo significa fare “sistema”. Dalla organizzazione elaborata il Dipartimento di Prevenzione ed in particolare la Sanità Pubblica Veterinaria ne esce mortificata. Mi sono più volte chiesto se fosse solo poca conoscenza di una professione o anche un preciso disegno di affossare la Veterinaria. Nel Piano si parla di autonomia tecnico-funzionale ed organizzativo-gestionale dell’Area di Sanità Pubblica Veterinaria e poi si produce una organizzazione senza rispettarne l’autonomia. Si parla di lavoro per obiettivi ma si producono Unità Operative territoriali, che hanno la mission produttiva, indistinte e generalistiche. Si parla di distretti Veterinari e poi non se ne vede l’accenno”.
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