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Progetto di ricerca sviluppato a Salerno sul rischio sismico nei porti marittimi nazionali

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Al convegno sul tema “Mappatura del rischio sismico nei porti marittimi nazionali”, svoltosi a Roma presso il Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sono stati presentati i risultati del progetto di ricerca, finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile e realizzato da Eucentre. Un esempio di applicazione della tecnologia Gis (Geographical Information System), implementata e sviluppata per la prima volta sul territorio nazionale, con specifico riferimento al Porto di Salerno (così da poter costituire base metodologica anche per altri scali italiani), è stata esposta durante l’incontro, alla presenza del Presidente dell’Autorità Portuale di Salerno, Andrea Annunziata, e del capo area tecnica, Elena Valentino.

La giornata di studio è stata l’occasione per affrontare il delicato e importante argomento della stima della vulnerabilità e del danneggiamento sismico delle infrastrutture portuali marittime, finalizzata allo sviluppo di una banca dati informatica e alla definizione metodologica di linee guida per la progettazione sismica di nuove opere portuali marittime e la verifica di quelle esistenti, anche al fine di individuare le priorità realizzative nell’esecuzione di opere sul patrimonio infrastrutturale esistente finalizzate alla mitigazione del rischio sismico. Non a caso, a Salerno sono già in corso di esecuzione fondamentali interventi infrastrutturali di consolidamento e di adeguamento delle banchine alle vigenti norme sismiche e ai maggiori carichi conseguenti all’incremento dei traffici portuali. Un’approfondita campagna di sondaggi geognostici ha preceduto la progettazione di detti lavori; sono state effettuate prove geotecniche con dilatometro sismico (Sdmt) finalizzate alla valutazione del rischio di liquefazione dei terreni in situ sotto l’azione sismica: un’avanzata metodologia made in Italy che il Porto di Salerno è stato tra i primi ad utilizzare.

I recenti, tragici accadimenti causati da disastrosi terremoti che, in particolare durante gli ultimi quindici anni, hanno colpito vaste zone urbanizzate del globo, hanno evidenziato una particolare vulnerabilità sismica proprio delle aree portuali e delle fasce costiere. Eppure, proprio gli scali commerciali, in caso di sismi di elevata magnitudo e frequenza, costituiscono infrastrutture “strategiche” per un’immediata ed efficace risposta ai danni strumentali e alla perdita di vite umane che si verificano a seguito di violente ed improvvise sciagure. Il funzionamento della “macchina dei soccorsi”, che può utilmente impiegare la risorsa mare in caso di simili calamità, può subire un brusco rallentamento, laddove anche i porti (le banchine in special modo) riportino ingenti danni in seguito a forti eventi tellurici. La più o meno rapida ripresa delle economie locali di un’area colpita da un terremoto o maremoto può dipendere in gran parte dalla capacità di risposta, dal contributo fondamentale, che la sua principale industria e volano per lo sviluppo economico, il porto per l’appunto, riesce a dare al suo territorio. S’intuisce, dunque, l’indispensabile ruolo trainante che gli scali commerciali possono assolvere per la ripresa economica e sociale di una data località urbana, di una città o di una metropoli.

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Scritto da su 25 Luglio 2011. Archviato in In evidenza, Sociale. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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