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“Carissimi, ad un anno dal mio arrivo a Salerno, vivo con voi la grazia di vedere un figlio di questa gloriosa Chiesa elevato agli onori degli altari. Con grande gioia nel cuore, infatti, vi annunzio che, per concessione del Santo Padre Benedetto XVI, domenica 24 giugno 2012 sarà celebrato, nella nostra Arcidiocesi, il rito di beatificazione del venerabile Servo di Dio, Mariano Arciero, sacerdote diocesano”. Questo il primo passaggio della lettera che l’arcivescovo, mons. Luigi Moretti, ha rivolto alla Chiesa che è in Salerno-Campagna-Acerno”.
“Il solenne pontificale – prosegue l’Arcivescovo – che sarà presieduto da S.Em. il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza del Santo Padre, avrà luogo nella città di Contursi Terme, che vide i natali di questo illustre suo figlio e ne custodisce le spoglie nella chiesa parrocchiale di S. Maria degli Angeli”.
”Nei prossimi giorni si insedierà una commissione organizzativa – precisa mons. Moretti – e si attiverà nella città di Contursi un ufficio diocesano, a cui ci si potrà rivolgere per le modalità di partecipazione all’evento. E’ necessario che l’intera comunità diocesana scopra la vita è le virtù eroiche del nuovo beato, confessore dei poveri, catechista del popolo, zelante apostolo dell’Eucarestia, devoto esemplare di Maria Santissima, Per questo motivo il postulatore, don Francesco Rivieccio, ha dato la sua fraterna disponibilità per incontri parrocchiali e foraniali”.
La commissione diocesana, quanto prima – aggiunge l’Arcivescovo – invierà materiale informativo del venerabile Arciero ad ogni parrocchia della Campania, della Puglia, della Basilicata e della Calabria, regioni nelle quali don Mariano visse il suo ministero per più di vent’anni. Vorrei anche che questa mia lettera sia fatta conoscere nelle varie comunità dei nostri emigranti, presenti in Italia e all’estero, perché possano condividere questo momento storico e spirituale per la nostra Chiesa diocesana”.
”Nei giorni successivi alla beatificazione, inoltre – conclude mons. Moretti – ci recheremo tutti a Roma, in occasione dell’udienza generale, per rivolgere il nostro ringraziamento al Sommo Pontefice. Sono certo che, nei prossimi mesi, ci recheremo in pellegrinaggio sulla tomba di questo instancabile missionario e pregheremo il Signore perché, per intercessione dell’Apostolo delle Calabrie, doni alla nostra Chiesa, che è in Salerno-Campagna-Acerno, tante e sante vocazioni”.
STORIA DEL BEATO, DON MARIANO ARCIERO
Il venerabile Marciano Arciero nacque a Contursi (SA) il 26 febbraio 1707; la sua famiglia era molto povera per cui ad otto anni, andò a servizio in casa Parisio, dove uno dei membri, don Emanuele, lo prese sotto la sua personale cura, facendolo collaborare nelle sue missioni, per far insegnare il catechismo ai fanciulli.
A 22 anni trasferitasi a Napoli, frequentò la Congregazione Eucaristica, fondata dal gesuita Francesco Pavone di Catanzaro e che aveva preso il nome di “Conferenza”, iscrivendosi il 21 dicembre 1729.
Al Collegio Massimo dei Gesuiti, studiò lettere e filosofia, mentre don Emanuele Parisio gl’insegnò teologia e gli costituì un patrimonio, facendolo ordinare sacerdote il 22 dicembre 1732. In breve tempo don Mariano Arciero divenne un modello per il clero napoletano, per la sua inclinazione alla carità, coltivata sin dai primi anni della sua giovinezza, fu apostolo attivo nei fondachi, nei vicoli, nell’ospedale e nell’arsenale.
Gennaro Fortunato, canonico della cattedrale di Napoli, divenuto vescovo di Cassano sullo Ionio nel 1729, lo volle nella sua diocesi, dandogli incarichi in piena libertà, sia per le missioni, sia per la costante riforma del clero e degli Istituti religiosi femminili.
Dedicava fino a sei ore al giorno all’istruzione dei fanciulli ed alla predicazione, ottenendo strepitose conversioni, la fama della sua instancabile opera superò i confini della diocesi di Cassano, per cui fu invitato a svolgere la sua missione anche nelle diocesi vicine; per questo venne chiamato “Apostolo delle Calabrie”.
Il vescovo Fortunato lo nominò prima parroco di Altomonte e poi della chiesa dell’Annunziata in costruzione a Maratea, infine la direzione spirituale delle congregazioni di ecclesiastici e di laici. Particolare cura ebbe per le Clarisse di Castrovillari per le quali costruì un nuovo convento e nella stessa città fondò il “Ritiro delle pentite”, che assisté sempre con aiuti, anche quando lasciò la diocesi di Cassano, infatti dopo la morte del vescovo nel 1751, egli ritornò a Napoli.
Il cardinale arcivescovo Sersale gli affidò la guida del Convitto diocesano o terzo seminario e la sorveglianza sulla disciplina del clero. Nel 1768 fu nominato padre spirituale della già citata Congregazione della Conferenza, in tale compito, con l’aiuto di amici e ammiratori fece costruire una chiesa più grande detta dell’Assunta, più adatta per accogliere gli iscritti sempre più numerosi. E in questa chiesa volle essere sepolto quando morì a Napoli il 16 febbraio 1788; santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, la mistica terziaria alcantarina ‘monaca di casa’, vide la sua anima portata in cielo dagli angeli.
La salma rimase esposta per tre giorni per il continuo accorrere dei fedeli napoletani, che volevano rendergli l’ultimo saluto e che purtroppo staccavano pezzi dell’abito talare da portar via come reliquie, abito che fu sostituito più volte.
Per i numerosi miracoli che avvenivano per sua intercessione, già nel 1829 la Congregazione dei Riti autorizzò l’inizio dei processi per la sua beatificazione, a Napoli ed a Cassano sullo Ionio. Nel 1951 dopo la ricognizione, il suo corpo fu trasferito a Contursi, sua città natale; il 14 agosto 1954 fu dichiarato venerabile. (autore della biografia: Antonio Borrelli)
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