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Salvatore Fasano, di Cava de’ Tirreni, ha dato alle stampe “Monumenti ed Epigrafi”

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Rigore metodologico, cultura della memoria e grande impegno. Questi gli ingredienti alla base di “Monumenti ed Epigrafi”, l’ultimo libro di Salvatore Fasano in distribuzione nelle edicole e nelle librerie di Cava de’ Tirreni.

Fasano, realizzando un lavoro puntuale di ricerca storica in merito ai caduti cavesi di tutte le guerre, presenta dei prototipi di epigrafi cittadine per ciascuna frazione metelliana. Nella prima parte del testo, l’autore illustra le epigrafi virtuali ancora da realizzare e da istallare accompagnando il lettore in un affascinante viaggio alla scoperta delle lapidi già esistenti. Tante le curiosità e le informazioni storiche rivelate dalle ricerche del Fasano. “In base ai dati da me raccolti – dichiara Fasano – ho potuto constatare che la maggioranza delle madri dei caduti della prima guerra mondiale, era tessitrice. Ciò dimostra l’importanza in quel periodo dell’industria e del commercio dei prodotti tessili. Tra gli uomini poi, era molto estesa la coltivazione del tabacco e la lavorazione dello spago. Non meno fiorente era l’artigianato, diffuso su quasi tutto il territorio metelliano”. Un libro che, come ricorda l’avvocato Luciano D’Amato “ha un valore morale, consegnato alle generazioni più giovani”. Una “piccola grande” opera dunque, di estremo rilevo e preziosa per i posteri.

“Una ricerca seria ed esemplare – scrive il sindaco di Cava de’ Tirreni, Marco Galdi nell’introduzione al testo – per celebrare, attraverso una pregevole quanto notevole raccolta, il sacrificio dei tanti cittadini di Cava che combatterono e caddero durante le efferate guerre dello scorso secolo, affinché la memoria di essi resti imperitura e sia di monito per le nuove generazioni”.

Perché ha deciso di realizzare il testo “Monumenti ed Epigrafi”?

“Nel corso delle ricerche sui caduti nati o residenti a Cava de’ Tirreni, necessarie per la compilazione del mio primo libro, l’Albo d’Oro dei caduti cavesi – sottolinea Fasano – ho dovuto effettuare riscontri sui nomi dei militari riportati sulle lapidi che ricordano i nostri giovani eroi. In quell’occasione ho verificato, purtroppo, diverse discordanze, specialmente sulle lapidi di S. Anna, S. Cesareo – Castagneto, della SS. Annunziata e su quelle generali installate sulle pareti esterne del Sacrario Militare, in merito al luogo di nascita o residenza di diversi caduti, nonché di militari che furono, erroneamente, considerati morti sul campo o dispersi. Ed è allora che ho pensato di scrivere “Monumenti ed Epigrafi”.

Com’è strutturato?

“Nel rigore storico che ho cercato di applicare al mio impegno, rilevanza fondamentale ha avuto l’inquadramento delle varie tappe anagrafiche del caduto nel breve percorso della sua giovane esistenza. Il lavoro segue infatti, in modo più approfondito rispetto all’Albo D’Oro, il caduto dal luogo di nascita e di eventuale residenza, fino alla partenza per la guerra, da cui non ha fatto più ritorno”.

Come e dove ha reperito le informazioni necessarie alla stesura di “Monumenti ed Epigrafi”?

“Per il riscontro, mi sono avvalso del mio copioso archivio personale, nonché del pregevole contributo dei componenti gli uffici dello Stato Civile e dell’anagrafe del Comune di Cava, ai quali vanno i miei più sinceri ringraziamenti. L’amministrazione comunale ed il sindacoMarco Galdi poi, mi sono stati particolarmente vicini concedendomi il patrocinio morale e l’onore della presentazione dell’opera”.

Quali sono le frazioni che l’hanno maggiormente impegnata e perchè?

“Le frazioni che hanno interessato di più il mio impegno sono state S. Cesareo, S. Anna, S. Lucia, SS. Annunziata e S. Pietro per l’individuazione esatta del luogo di nascita e di residenza dei caduti”.

Qual è il quadro della vita cavese tra le due guerre che emerge dalle sue ricerche?

“In base ai dati da me raccolti ho potuto constatare che la maggioranza delle madri dei caduti della prima guerra mondiale, era tessitrice. Ciò dimostra l’importanza in quel periodo dell’industria e del commercio dei prodotti tessili. Tra gli uomini poi, era molto estesa la coltivazione del tabacco e la lavorazione dello spago. Non meno fiorente era l’artigianato, diffuso su quasi tutto il territorio metelliano”.

Si sente un vero e proprio storico cavese?

“Saranno i posteri a giudicare il mio impegno sul fronte delle ricerche storiche che durano dal 1980”.

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Scritto da su 24 Febbraio 2012. Archviato in Culture, In evidenza. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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