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“La chiesa che è madre e maestra ha voluto che noi cristiani non inciampassimo in questi appuntamenti ma ci preparassimo. Ecco allora l’Avvento, ecco il tempo della Quaresima che per noi cristiani sono un cammino che ci porta a vivere con coscienza consapevole l’evento straordinario che celebriamo”. Con queste parole l’arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, monsignor Luigi Moretti, ha aperto questa sera il suo intervento nella liturgia della parola subito dopo l’Alzata del Panno di San Matteo sul loggione centrale del quadriportico del Duomo. Un’esortazione a vivere il mese di San Matteo come occasione per un arricchimento spirituale. Da questo momento diversi saranno gli appuntamenti che si susseguiranno nei prossimi giorni per i festeggiamenti patronali: dalla visita dell’arcivescovo il prossimo 12 settembre al Penitenziario con il braccio di San Matteo; il 13 settembre, alle ore 20, in piazza Flavio Gioia ci sarà lomaggio floreale a San Matteo; il 15 settembre l’Ufficio Pastorale Tempo libero, Turismo e Sport organizzerà giochi d’acqua nelle parrocchie; dal 18, poi, avrà inizio il Triduo di San Matteo.
L’arcivescovo Moretti si è soffermato anche sulla scritta “Salerno è mia: io la difendo” che campeggia sul panno realizzato nel 1971 dall’artista Ferdinado Pastore: “Lì nel panno c’è scritto “Salerno è mia: io la difendo” e questo può rimanere uno slogan simpatico ma vuoto. Noi dovremmo cercare di riempirlo, far si che ogni espressione della nostra comunità, della nostra città avverta proprio San Matteo come colui che ci ha donato ciò che può diventare fondamento della nostra vita”. Al termine della liturgia della parola è stata scoperta l’opera musiva di Simona Proto. Si tratta di un lavoro molto complesso che ritrae San Matteo e l’Angelo dei Barbuti e che la giovane artista salernitana ha donato l’arcidiocesi.
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