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Fine settimana con “La Torre d’Avorio” al Teatro del Giullare di Salerno. Terminata l’affascinante avventura di “Donne in scena”, la compagnia diretta da Andrea Carraro porta in scena dal 1 al 9 dicembre il dramma in due atti di Ronald Harwood. Questo il cast: maggiore Steve Arnold, Nicola Alagia; Emmi Straube, Caterina Micoloni; il tenente David Wills, Andrea Bloise; Helmuth Rode, Augusto Landi; Tamara Sachs, Cinzia Ugatti e Wilhelm Furtwängler, Davide Curzio. I costumi ed il trucco sono di Stefania Pisano. Per maggiori informazioni: www.compagniadelgiullare.it
La trama. Wilhelm Furwängler (1886-1954) fu il più grande direttore d'orchestra della sua generazione, accostabile solo a Toscanini. Era all'apice della carriera quando Adolf Hitler diventò cancelliere della Germania nel 1933. Molti suoi colleghi, in quanto ebrei, furono costretti ad emigrare; altri, non ebrei, avversari del regime, scelsero l'esilio come atto di protesta. Furtwängler decise di restare; di conseguenza fu accusato di essere stato asservito al nazismo. Questa fu, ed è ancora, l'accusa principale a suo carico. Nel 1946 Furtwängler si presentò davanti ad un tribunale gestito dai suoi compatrioti tedeschi che lo interrogarono per due giorni. Fu assolto da tutte le imputazioni ma non riuscì mai a mondarsi del tutto da quel tanfo di nazismo che resta ancora attaccato al suo ricordo.
Le prove di quel tribunale erano state preparate in prima istanza dagli Inglesi; quindi sostituiti, a quanto pare, da due gruppi di Americani, uno a Wiesbaden, col compito di patrocinare la difesa di Furtwängler, l’altro a Berlino, che si incaricò di istruire il caso contro di lui. Poco o niente si conosce dei motivi e dei metodi di questo secondo gruppo, che è al centro di “La Torre d’Avorio”. Rimane tuttavia innegabile il fatto che Furtwängler fu umiliato e aggredito con accanimento. La cosa può essere condivisa o meno. Tutto dipende da dove vi schierate.
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