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Osservato, anche presso l’Istituto “Alfano I” in Salerno, il minuto di silenzio per la strage dei migranti in Lampedusa. Pochi attimi prima, però, spazio alla lettura di due poesie, scritte da cittadini magrebini, dal titolo “Ho perso la parola” e “Noi siamo i figli della sabbia”. Momento di grande commozione e partecipazione: merito, in particolare, della docente della funzione strumentale area 3, Lilly De Gregorio, la rappresentante della Consulta, Roberta Sapere, e del rappresentante del Consiglio d’istituto, Vincenzo Maiorano, che insieme al dirigente scolastico, Elisabetta Barone, hanno organizzato la lettura del messaggio del presidente della Camera, Laura Boldrini, e le poesie che andiamo, integralmente, a farvi leggere. HO PERSO LA PAROLA “Ho perso la parola, il suo suono. La lacrima, il suo sapore. Il sorriso, il suo smalto. Mani di sassi seppellirono. L’ultima radice. Ai piedi dell’oblio. Rimane l’ombra errante. Sudore dei venti. Spezzato tra scirocco e maestrale. Su onde senza faro né porto”; NOI SIAMO FIGLI DELLA SABBIA: “Noi siamo i figli della sabbia, del sole e dei fiori, siamo i figli del mare. Siamo venuti dai campi e dalle grandi città. Noi ragazzi dai mille sogni spezzati, infranti e traditi, col cuore tenero e con gli occhi asciutti e bruni; noi dalla chioma color pece, siamo venuti a ballare nelle vostre piazze luminose, nelle vostre case. Siamo venuti a ballare per i vostri occhi stanchi e immobili come specchi. Siamo bambini nati da gocce d’acqua di un fiume in secca che fino a ieri scorreva lento. Siamo spighe di grano piene e forti, siamo venuti a cantarvi le nostre canzoni d’amore, canzoni dolci come mandorle e miele. Le canteremo ad alta voce finchè toccheranno i vostri cuori per poi cantarle piano, piano, assieme, nelle vostre case, nelle vostre piazze, nelle vostre città. Decisamente d’impatto anche la testimonianza del migrante Ahmed Bahi, marocchino e oggi ospite di Casa Betlemme in località Campolongo ad Eboli, proprio sulla tragedia di Lampedusa: “Sono davvero triste per quanto accaduto alla mia gente. Ho vissuto una simile situazione nel 1996 ma Dio ha voluto che andasse diversamente per il sottoscritto ed altri come me. Ringrazio Papa Francesco che continua ad essere al mio fianco ed a quello della mia gente. Il mare è un pericolo costante, noi tutti sappiamo quello che ci spetta ma vedere le immagini degli ultimi giorni è davvero triste e brutto”.
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