Oggi è |
Accoglienza per una vita dignitosa. L’imperativo per l’esistenza di un essere umano. A distanza di nove giorni dallo sbarco dei 2.186 migranti (tra questi 14 donne incinte, tanti bambini ed uno appena di sei mesi e provenienti da Siria, Eritrea, Somalia e Afghanistan), giunti a Salerno a bordo della Nave Etna della Marina Militare, continua ad essere questo il monito di Caritas e Ufficio Migrantes Diocesani, Caritas di Teggiano-Policastro, Humanitas, Croce Rossa, Protezione Civile, Comune, Capitaneria di Porto, Prefettura e Questura di Salerno. Trecentocinquanta sono stati ospitati in Campania. Centoventi nel salernitano: 81 presso il Seminario estivo di Acerno, 10 a Casa Betlemme a Marina di Eboli e 29 in via dei Carrari a Salerno nella sede della Protezione Civile. In tanti, ad oggi, sono partiti per raggiungere i centri
dell’Emilia, Toscana e Lombardia. Sono oltre 400, tenendo in considerazione anche lo sbarco del primo luglio, i migranti presenti nelle strutture di accoglienza distribuite sul territorio del Vallo di Diano, del Cilento, del Golfo di Policastro, della Piana del Sele: Palinuro, Sicignano degli Alburni, Capaccio, Roscigno, Eboli, Padula, Montesano sulla Marcellana, Morigerati. Si tratta di migranti provenienti dalla Nigeria, dal Ghana, dal Senegal, dal Mali, dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dal Gambia, dal Togo, dal Pakistan, dalla Siria, dall’Eritrea, dalla Somalia. «L’ accoglienza – dice Don Vincenzo Federico direttore della Caritas di Teggiano-Policastro – non è solo dare vitto e alloggio. Significa dare loro la possibilità di imparare la lingua italiana, fornire assistenza legale e
sanitaria. Significa soprattutto accompagnarli dal
punto di vista umano in questo particolare
momento della loro vita».
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