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Uno sbarco di migranti a settimana in quel di Salerno sino a settembre. E’ questo il dato significativo che allerta la macchina (portata avanti sempre con grande organizzazione da Prefettura, Questura, Comune, Protezione Civile, Humanitas, Croce Rossa, Caritas di Salerno e Teggiano-Policastro, Ufficio Migrantes) d’accoglienza e speranza del nostro territorio dopo il terzo ed ultimo arrivo, lo scorso 5 agosto, di profughi presso il porto della città di San Matteo. In 1.416 hanno messo piede al molo Mario dopo aver viaggiato per giorno sulla nave anfibia San Giusto della Marina Militare. Il 1 luglio erano giunti in 1.044 e diciassette giorni più tardi, il 18, in 2.100 a bordo della nave Etna. Dal San Giusto, invece, sono scesi 85 minori e quindici donne incinte. Oltre trecento sono rimasti in Campania, trasferiti nei centri di
accoglienza a Napoli (ottanta), Avellino (sessanta), Benevento (trenta), Caserta (sessanta) e Salerno (ottanta); sessanta in Molise, venti in Basilicata, settantacinque in Liguria, ottantacinque in Umbria, duecentocinquanta in Lombardia, centodieci in Piemonte, centocinquanta in Veneto, cento in Friuli Venezia Giulia e in Toscana, venti in Trentino, sessanta in Abruzzo. Si procede con l’identificazione e con i controlli sanitari. In sette sono stati posti in quarantena per la profilassi contro la scabbia; in due trasferiti al Monaldi e all’ospedale di Eboli per problemi respiratori. Presenti anche alcune famiglie di palestinesi fuggite dal conflitto con Israele. La maggior parte degli immigrati è di nazionalità siriana, eritrea e somala ma ci sono anche nuclei familiari del Ghana, del Gambia, della Nigeria e dell’Etiopia.
Una
ventina tra tunisini e marocchini è stata espulsa dal territorio nazionale e rimpatriati.
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