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“Rinnovare il nostro si a Lui, essere disponibili ad accoglierlo, ad ascoltare la sua voce. La Sua presenza sia un memoriale per vivere l’esperienza dell’Adorazione. Se la nostra fede è autentica deve suscitare stupore e gioia negli altri. Gesù ci ha chiesto di passare dall’Io al Noi. Più noi ci lasciamo amare da Gesù più apriamo il cuore per accogliere gli altri”.
Sono state queste le parole di S. E. mons. Luigi Moretti al termine dell’adorazione eucaristica presso la chiesa del Sacro Cuore a Salerno, nel Giorno del Corpus Domini e cinque giorni dopo viviamo oggi la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.
La festa del S. Cuore di Gesù è stava voluta da Gesù stesso per rivelazione a S. Margherita Maria Alacoque. La venerazione dell’immagine del Sacro Cuore, costituisce insieme alla Comunione Riparatrice, all’Ora Santa e alla Consacrazione la pratica che Gesù stesso ha richiesto alle anime tramite l’umile Suora come forme di amore e riparazione al suo Sacratissimo Cuore.
Così scrive nella sua autobiografia Santa Margherita Maria Alacoque nell’ottava della festa del Corpus Domini del 1675: “Una volta, in un giorno dell’ottava, mentre ero davanti al santo Sacramento, ricevetti dal mio Dio grazie straordinarie del suo amore e mi sentii toccata dal desiderio di ricambiarlo in qualche modo e di rendergli amore per amore. Lui mi disse: «Non puoi darmi amore più grande che fare quanto già tante volte ti ho chiesto». Allora, rivelandomi il suo Cuore divino, aggiunse: «Ecco questo Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non si è mai risparmiato, fino a spossarsi e a consumarsi al fine di testimoniar loro il suo amore. Per riconoscenza ricevo dalla maggior parte degli uomini solo ingratitudini, irriverenze e sacrilegi, insieme alla freddezza e al disprezzo che mi usano in questo sacramento d’amore. Ma ciò che mi è ancora più doloroso è che, a trattarmi così, siano cuori che mi sono consacrati. Perciò ti chiedo che il primo venerdì dopo l’ottava del santo Sacramento sia dedicato a una festa particolare per onorare il mio Cuore. In quel giorno ti comunicherai e gli tributerai un’ammenda d’onore, per riparare le indegnità che ha ricevuto durante il periodo in cui è stato esposto sugli altari. Ti prometto che il mio Cuore si dilaterà per effondere abbondantemente le grazie del suo divino amore su coloro che Gli renderanno quest’onore e procureranno che anche altri glielo rendano».
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