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“Sinodalità, conversione e missione per Chiesa capace di rinnovarsi”, l’intervento di Mons. Semeraro al Convegno Pastorale

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3314_11999_11_11674_medium“Le istanze di una Chiesa capace di rinnovarsi: sinodalità, conversione, missione”, il tema trattato da S.E. Monsignor Marcello Semeraro, Vescovo di Albano, durante la prima giornata del Convegno Pastorale Diocesano tenutosi presso il Seminario Metroplitano Giovanni Paolo II in Pontecagnano Faiano. “Sono le tre parole che mi avete affidato per riflettere con voi nel Convegno Diocesano – afferma Monsignor Semeraro – le avete scelte con questa successione e io devo esservi fedele. Vi sono, però, degli aspetti per cui le tre medesime parole potrebbero avere anche una diversa sequenza. Perché, ad esempio, la nostra «conversione» non dovrebbe essere proprio in direzione della «sinodalità»? «Sinodalità» è un termine astratto, che deriva da «sinodo», che rinvia ad un itinerario fatto insieme, ad un pellegrinaggio, ad un percorso comune. Noi, però, siamo davvero «sinodali»? Forse siamo diventati bravi a celebrare «sinodi» ma non so quanto siamo tutti diventati «sinodali». Non potrà, difatti, esserci «sinodalità» se noi stessi non diventiamo «sinodali». Che poi altro non sarebbe che diventare «cooperativi». L’argomento è troppo importante per non domandarsi quale debba essere il metodo di questa conversione missionaria. Un principio Francesco ce lo insegna al n. 35 dell’esortazione apostolica: «Quando si assume un obiettivo pastorale e uno stile missionario, che realmente arrivi a tutti senza eccezioni né esclusioni, l’annuncio si concentra sull’essenziale, su ciò che è più bello, più grande, più attraente e allo stesso tempo più necessario. La proposta si semplifica, senza perdere per questo profondità e verità, e così diventa più convincente e radiosa». L’ultima parola sulla quale mi avete chiesto di proporre qualche riflessione è: missione. Ne ho già detto qualcosa, parlando della conversione missionaria. Dell’altro potrei aggiungerlo, suggerendovi di riprendere tra le mani una preziosa nota pastorale dell’episcopato italiano su Il volto missionario delle nostre parrocchie pubblicata nel 2004 e in particolare il n. 6, intitolato Ripartire dal primo annuncio del Vangelo di Gesù. Col primo annuncio, si riconosce il bisogno di incrementare la dimensione dell’accoglienza in modo che tutti possano «trovare nella parrocchia una porta aperta nei momenti difficili o gioiosi della vita. L’accoglienza, cordiale e gratuita, è, anzi, la condizione prima di ogni evangelizzazione. Su di essa deve innestarsi l’annuncio, fatto di parola amichevole e, in tempi e modi opportuni, di esplicita presentazione di Cristo, Salvatore del mondo».

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Scritto da su 16 Giugno 2015. Archviato in In evidenza, Mondo cattolico, Notizie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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