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La commedia di Plauto e Aristofane, le suggestioni platoniche, la dimensione tragica e più profondamente umana del passato classico questi gli elementi caratterizzanti VeliaTeatro 2015, il festival dedicato al teatro antico nello scenario dell’acropoli del Parco Archeologico di Elea-Velia, ad Ascea (Sa), nel Cilento. Allo spirito e alla verve del più noto commediografo latino si aggiunge il più sofisticato e riflessivo universo umoristico del maggiore autore comico della Grecia antica. E in questo contesto c’è spazio anche per un’originale ripresa dei grandi temi euripidei, per una calda rilettura della figura dell’imperatore Adriano e per un momento di confronto e meditazione con il filosofo dei dialoghi, Platone, e con il suo Socrate.
Sette gli appuntamenti in cartellone (tutti alle ore 21), dal 3 al 22 agosto, che danno corpo alla XVIII edizione della rassegna organizzata nell’antico sito della Magna Grecia, patria dei filosofi Parmenide e Zenone e Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Una novità è la presenza dell’associazione «Kerkís. Teatro Antico In Scena», fondata in seno all’Università Cattolica di Milano con la finalità di promuovere il teatro antico greco e latino, unendo ricerca e competenza artistica. Per la prima volta a Velia anche la giovane compagnia «La Resistenza della Poesia», pure nata dall’esperienza universitaria, in questo caso dell’ateneo di Urbino. E poi i monologhi di due notevoli interpreti della scena italiana: Valentina Capone e Roberto Santi.
Si inizia lunedì 3 agosto con «Anfitrione», commedia di Plauto, composta verso la fine del III sec. a.C., rappresentata da «Kerkís. Teatro Antico In Scena» nell’ambito del Corso di Alta Formazione Teatro Antico In Scena dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per la regia di Christian Poggioni e con la direzione drammaturgica di Elisabetta Matelli. La “tragicommedia”, come la definisce lo stesso autore latino, che narra, tra scene farsesche e parodie, la nascita del semidio Eracle, l’eroe greco prodigiosamente concepito da Giove, il re degli dèi, e Alcmena, donna mortale, moglie di Anfitrione, re di Tebe. Introduce la rappresentazione un intervento di Elisabetta Matelli, docente di Storia del teatro greco e latino all’Università Cattolica di Milano e presidente dell’associazione «Kerkís. Teatro Antico In Scena».
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