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È l’affermazione delle “libertà responsabili” la nuova sfida della CISAL che, da Salerno, suona la carica ai lavoratori stanchi delle finte tutele perché, più che mai, bisognosi di difensori dei diritti e degli interessi di chi crede fermamente nell’insostituibile ricchezza del “capitale” lavoro.
A illustrare linea e strategie della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori è il segretario generale Francesco Cavallaro che scuote il Consiglio Nazionale, riunito al Grand Hotel Salerno, dicendosi convinto che «quel preziosissimo patrimonio di libertà del quale il sindacalismo autonomo della CISAL è sempre stato difensore strenuo, anche se finora negletto, diventerà patrimonio di ogni singolo lavoratore».
La CISAL è, infatti, «pronta ad intercettare ed interpretare il profondo senso di ribellione che anima i lavoratori italiani alla ricerca di una rappresentanza “nuova” a cui affidare il proprio legittimo desiderio di riscatto proponendosi come sindacato moderno, proprio perché autonomo e indipendente da sempre».
Un impegno, quello della CISAL, in linea con il documento programmatico del Congresso di Rimini del maggio 2015, sul tema “Il lavoro che non c’è”, incentrato sulla necessità di «individuare le più opportune strategie per promuovere il lavoro uscendo, però, dal coro, dando un senso al modo di essere autonomi, propiziando una autentica svolta strategica, tanto attesa dai lavoratori quanto disattesa dalla politica».
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