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Camorra: 14 arresti nei picentini. C’è anche Antonio Anastasio

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I carabinieri di Battipaglia hanno eseguito nelle località dei Picentini, nel salernitano, 14 misure cautelari, dicui 13 in carcere e una ai domiciliari, per i reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, concorso in truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, concorso in attentato contro i diritti politici del cittadino, violenza privata e danneggiamento. I provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Salerno colpiscono reggenti e referenti di zona ed affiliati del clan Pecoraro-Renna.

Tra gli arrestati c’è anche il consigliere comunale del Comune di Pontecagnano Faiano Antonio Anastasio candidato nel 2012 con  Fratelli d’Italia al Comune di Pontecagnao  e consigliere provinciale con incarichi nell’aeroporto Costa d’Amalfi (fino a gennaio del 2014). Da tre anni non più in Fratelli d’Italia ma collocato stabilmente nel centrosinistra candadato alla Provincia con la lista Davvero Centro. Tra le accuse ipotizzate contro l’esponente politico Picentino c’è quella di attentato contro i diritti politici del cittadino, reato aggravato dal metodo mafioso. Un altro indagato, il quattordicesimo, è finito ai domiciliari per truffa nell’ambito di una pratica di Fondi Europei per un finanziamento di 250mila euro.

Tra loro i reggenti, referenti di zona ed affiliati del clan camorristico Pecoraro-Renna. Proprio ad alcuni di questi – secondo quanto emerso dalle indagini – si era rivolto Anastasio per far minacciare, più volte, un consigliere di maggioranza, Luigi Bellino (“Moderati – Durantes Vincunt”), che, però, non si è lasciato intimorire ma ha denunciato i malviventi.

Il consigliere arrestato, mediante pressioni e minacce da parte di alcuni uomini del clan, voleva costringere Bellino a non partecipare a una riunione del consiglio comunale, decisiva per l’approvazione del bilancio, con l’obiettivo di determinare lo scioglimento del Consiglio. Anastasio deve rispondere di violenza privata e attentato contro i diritti politici del cittadino con le modalità tipiche delle associazioni mafiose.

L’operazione dei Carabinieri ha consentito di scoprire una truffa organizzata da uno degli esponenti del clan Renna-Pecoraro. Avvalendosi della collaborazione di un consulente finanziario già funzionario di banca, adesso agli arresti domiciliari, l’ affiliato al clan è riuscito ad ottenere l’erogazione di fondi europei per 250 mila euro, stanziati dalla regione Campania, per la fittizia realizzazione di un impianto di cogenerazione a biomassa legnosa da parte di una società riconducibile alla moglie.

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Scritto da su 22 Febbraio 2017. Archviato in Cronaca, Dalla provincia, In evidenza, Notizie, Vetrina. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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