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Potrà essere visitata fino al prossimo 20 agosto la mostra antologica di Alfonso Grassi, inaugurata lo scorso 3 giugno a Palazzo Pinto a Salerno. A volere che le opere del Maestro rimanessero in esposizione per altri venti giorni è stato il presidente della Provincia di Salerno, Giuseppe Canfora.
“Siamo onorati di questa decisione – ha commentato Raffaella Grassi, la figlia del pittore nonché la presidente dell’Accademia di via Porta Elina che porta il nome dell’artista – Gli ambienti della Pinacoteca valorizzano ancora di più le opere di mio padre. Con questo allestimento abbiamo cercato di presentare ai visitatori il suo percorso artistico che in molti casi coincideva anche con la sua vita”.
Alcune delle opere del Maestro ricordato dalla critica come l’ultimo pittore che dipingeva “a lume di candela” – una tecnica difficile perché in quella condizione di luce i colori appaiono diversi – sono tornate così in esposizione. Scomparso nel 2002, Alfonso Grassi dopo aver studiato all’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Carlo Sivieri, Emilio Notte e Vincenzo Caprile, fu chiamato alle armi e partì per il fronte francese; in seguito fu inviato in Albania ed in Grecia, dove fu ferito ad un braccio. Amico di Pietro Annigoni e di Gregorio Sciltian, fu ritrattista di San Paolo Giovanni II, dello stesso De Chirico, Sandro Pertini, Giulio Andreotti, del principe di Torlonia, di cardinali e di vescovi. Una sua opera è custodita alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
La famiglia, in occasione del vernissage ha donato alla Pinacoteca Provinciale l’opera “Il Testamento”, un olio su tela 75X70. L’opera rientra nella collezione privata di Alfonso e Mario Grassi, coeredi di Tullio Grassi figlio del Maestro.
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