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504 i comuni campani in cui sono presenti aree a pericolosità da frana con copertura di 3338,2 chilometri quadrati: precisamente il 24,4% dell’intera regione. Legambiente “fotografa” il rischio idrogeologico di un territorio ostaggio dell’incuria e degli effetti di incendi e siccità. Ogni giorno nella città di Napoli più di 100 mila cittadini si trovano in zone esposte al pericolo di frane e alluvioni. Le responsabilità? “Nell’assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e monitoraggio del territorio e nella devastazione e cementificazione di vastissime aree”, scrive in una nota Legambiente. Dito puntato contro l’abusivismo, per il quale la Campania detiene un primato negativo, ospitando – lungo le sue coste – il 20% dei reati legati al “cemento selvaggio” in tutta Italia. Nel solo 2016, sono state accertate 764 infrazioni, con 855 denunce e 234 sequestri. Incendi, l’ultima è stata un’estate di passione: le fiamme in Campania hanno coinvolto 24 Siti di Importanza Comunitaria, 6 Zone di Protezione Speciale e 13 Parchi e Aree protette. Tra maggio e luglio sono andati in fumo 13.037 ettari di superfici boschive, quattro volte la superficie bruciata in tutto il 2016.
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