E’ il Tar di Salerno a decidere per la riapertura delle Fonderie Pisano. Accolto, nella giornata di ieri, il ricorso presentato dalla proprietà contro la revoca della sospensione di Aia e Via da parte della Regione Campania. In attesa della delocalizzazione, i centodieci operai sperano nel ritiro della procedura di licenziamento collettivo avviata dalla famiglia Pisano. Il Tar ha deciso in relazione ad “alcuni difetti nei provvedimenti da parte della Regione Campania”. Stamane, intanto, assemblea nell’opificio di Fratte tra dipendenti e sindacati per conoscere nel dettaglio la possibilità di annullamento dei licenziamenti. Di seguito, la nota dell’azienda difesa dall’avvocato Lorenzo Lentini.
“Il Tar di Salerno – con estremo equilibrio – ha constatato la confusione procedimentale che ha portato alla chiusura della azienda, rilevando la violazione dei principi di tipicità e legalità contenuta nei provvedimenti adottati dagli Uffici della Regione Campania – scrive Guido Pisano – con soddisfazione per l’azienda, i lavoratori e la nostra famiglia, è stato riconosciuto il diritto dell’impresa alla prosecuzione dell’attività industriale, che è preesistente allo sviluppo urbanistico della città. Il Tar ha ritenuto che un’eventuale chiusura dello stabilimento comprometterebbe definitivamente il diritto dei lavoratori ed il pari diritto all’iniziativa economica, aprendo la strada ad un eventuale contenzioso con possibili ricadute negative sui saldi di finanza pubblica del bilancio regionale. Del resto, la società è sempre stata sicura che la continuazione dell’attività industriale non costituisce pericolo alcuno sia perché tutti i controlli sanitari effettuati negli ultimi 10 anni sui dipendenti non hanno evidenziato patologie legate al processo produttivo e sia perché il sistematico monitoraggio – specialmente nell’ultimo anno – non ha mai accertato il superamento dei limiti autorizzati di emissioni. L’impresa resta comunque disponibile ad ottemperare a tutte le prescrizioni che l’Autorità intenderà impartire per garantire la limitazione del rischio ambientale anche in sede di Conferenza dei Servizi. Il tutto nella consapevolezza che l’impresa sta profondendo il massimo impegno anche sul versante dell’individuazione di una nuova localizzazione dell’impianto produttivo”.
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