Oggi è |
“Ognuno di noi oggi nasce come creatura nuova, viviamo questo attimo nel nostro cuore dove viene Gesù” questo l’incipit di don Massimiliano Corrado-parroco di Santa Maria delle Grazie a Belvedere che ha curato la meditazione durante l’adorazione eucaristica ieri nella cattedrale di Salerno dove si è svolta la diciottesima edizione della Festa diocesana della Divina Misericordia curata sin nei minimi particolari dall’Associazione Dives in Misericordia.
Trasformami nella tua misericordia questo il titolo del momento di adorazione partecipata dal folto popolo della Misericordia, così come lo definì mons. Gerardo Pierro proprio durante una celebrazione diocesana, titolo scelto proprio per richiamare tutti al dovere di essere misericordia in un mondo ferito dal peccato e sempre più bisognoso di apostoli .
Quante volte abbiamo impiegato male il nostro tempo-ha ricordato don Massimiliano-oggi vogliamo dissetarci alla nostra vera sorgente: Gesù. Vogliamo spendere la nostra vita per essere misericordia sulla scia di Santa Faustina che ha incardinato la misericordia nella vita di tutti i giorni, portando frutti d’amore intorno.
Il Signore ci chiede di fare quanto possibile per diffondere la misericordia intorno a noi- ha detto nel suo intervento Maria Romina Rizzo, presidente dell’Associazione Dives in Misericordia nata proprio nella cattedrale di Salerno nell’anno 2000 e diffusa in tutta la diocesi grazie al filo rosso e bianco i cui aderenti quotidianamente alle ore 15.00 meditano la Passione e morte di N.S. Gesù e recitano la coroncina della Divina Misericordia.
” Siamo qui numerosi per vivere un’esperienza di grazia-ha ricordato durante la sua omelia nella celebrazione eucaristica da lui presieduta, S.E. mons. Luigi Moretti, arcivescovo primate- Gesù è il dono del Padre perché in Lui possiamo uscire dalla schiavitù del peccato e riconoscere che senza ci perdiamo inseguendo le passioni. per questo ci consegna il dono del perdono e ci chiede di fare altrettanto. Non è possibile celebrare Dio e poi rimanere chiusi al fratello. Ci chiede di diventare costruttori di comunione e di unità.
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