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C’è un modo di raccontar la storia che solo il teatro riesce a fare. Sarà per questo che la direzione artistica del Piccolo Teatro del Giullare di Salerno ha voluto mettere in programmazione per il fine settimana a ridosso dell’8 marzo “Signorinette. Le donne si guardino dal lasciar tracce di rossetto sulle schede”. E così domani (sabato 9 marzo), alle ore 21, e domenica, alle ore 18.30, andrà in scena il racconto di quattro donne che ancora oggi sono considerate il simbolo di un cambiamento.
Attraverso un lavoro di ricerca durato più di un anno Tiziana Avarista, Carmen Giardina, Anna Maria Loliva e Federica Marchettini hanno selezionato articoli di giornali e riviste dell’epoca, foto, canzoni e cinegiornali che raccontano cosa accadde nel momento del fatidico primo voto alle donne e quale fu il lavoro delle madri costituenti. Lo spettacolo che ne è nato, con la direzione di Nuccio Siano, vuole provare a essere un ritratto vivo dell’Italia del ’46 raccontata dal punto di vista delle donne, immergendo il pubblico nell’atmosfera straordinaria di quei giorni, vibrante di speranze e di azioni, appassionata e coinvolgente.
Avarista e Siano sono due importanti firme salernitane che hanno dedicato la vita al treatro. Due percorsi diversi ed a tratti paralleli, segnati da traguardi importanti. Ritrovare i loro nomi in cartellone a Salerno è oggettivamente bello. Lo spettacolo ha come punto di partenza una data: il 2 giugno del ’46. Giorno che segna una svolta importante nella storia del Paese. Il popolo italiano è chiamato alle urne per scegliere fra Monarchia e Repubblica ed eleggere i membri dell’Assemblea costituente. Per le donne il salto è doppio: votano e possono essere votate. Quattro di loro entrarono nella “Commissione dei 75” incaricata di scrivere la Carta Costituzionale: la Democristiana Maria Federici, la socialista Lina Merlin e le comuniste Teresa Noce e Nilde Jotti.
“Alcune di loro hanno origini umilissime, quasi tutte hanno combattuto durante la resistenza, alcune imprigionate, hanno fondato giornali, sono state protagoniste nei sindacati, tra i partiti, hanno avuto figli, mariti, amori – si legge nelle note di regia – Una girandola vorticosa nel bianco e nero di quegli anni, con testimonianze, giornali, foto, canzoni e film dell’epoca. La loro avventura, la nostra storia”.
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