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Il primo report di monitoraggio di Human Foundation e Fondazione Carisal conferma l’efficacia del lavoro di rete del team di Panthakù, progetto selezionato da Con i Bambini e coordinato da Amici dei Bambini: ripartire dal dialogo, dalla cultura e dall’entusiasmo per evitare la fuga dai banchi. Un progetto che oggi appare quanto mail necessario. A parlar chiaro sono i dati allarmanti di Save The Children: nel 2018 la Campania risulta la prima regione per indice di povertà educativa. Considerando i dati nei particolare emerge che il 77,9 per cento dei minori nella fascia 6-17 anni non ha assistito ad uno spettacolo teatrale, il 69,3 per cento non ha visitato un museo o una mostra e il 69,1 per cento non ha letto un libro, nell’anno precedente alla rilevazione. Parte proprio da questo contesto la sfida del progetto “Panthakú. Educare dappertutto”, selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Capofila è Ai.Bi. Associazione amici dei bambini e 24 sono le realtà pubbliche e private partner di un progetto selezionato insieme ad altri 85 tra gli oltre 800 presentati sul Bando Adolescenza in tutta Italia.
A quasi un anno dall’avvio del progetto, il report di monitoraggio di Human Foundation e Fondazione Carisal conferma l’efficacia del lavoro di rete tra scuole, insegnanti, famiglie, studenti, associazioni ed esponenti del mondo dell’artigianato: ripartire dal dialogo, dalla cultura e dall’entusiasmo per evitare la fuga dai banchi. Il team di Panthakù ha tenuto 346 incontri formativi con gli studenti, erogando 706 ore di attività con 502
Il 4,4 per cento degli studenti ha ripetuto un anno scolastico. Le abilità per cui gli studenti mostrano più difficoltà sono il concentrarsi e l’organizzarsi nello studio anche quando hanno altre attività interessanti da svolgere. Il 58 per cento degli studenti svolge regolarmente attività sportiva, di cui riconosce i benefici in termini di salute, socializzazione e divertimento. L’indagine ha affrontato anche il rapporto che i ragazzi hanno con il territorio: in generale ritengono interessante la storia locale, pur conoscendola poco; pensano che la città offra loro abbastanza opportunità. Per quanto riguarda i docenti, associano la dispersione scolastica soprattutto al disinteresse e alla situazione socio-culturale di alunni e famiglie. Emerge, quindi, con forza la necessità di costruire rapporti migliori con gli studenti, collaborare di più con le famiglie e lavorare maggiormente con il territorio per contrastare la povertà educativa.
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