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Esistono diversi romanzi sull’antica eruzione di Pompei, tutti aggiungono qualcosa in termini di suggestioni e ci trasportano nel passato di un evento unico al mondo. E’ il caso del recentissimo romanzo storico di Alessandro Luciano “Gli ultimi giorni del comandante Plinio”, pubblicato dalla Marlin, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano. L’autore parte dal classico espediente narrativo del ritrovamento presso la biblioteca dei Girolamini di Napoli di un antico codice miniato. Si tratta del diario degli ultimi quattro giorni di vita di Plinio il Vecchio, comandante della flotta imperiale di Miseno e autore della Naturalis Historia. Nonostante la finzione, bastano poche pagine per rimanere catturati dalla narrazione e sentire come vere le parole di Plinio, anche perché ispirate alle sue stesse fonti. Con il racconto in prima persona dello storico che perì tragicamente durante l’eruzione, possiamo tuffarci nelle città di Napoli, Baia, Cuma, Puteoli, Ercolano e Pompei, con le ville imperiali di una civiltà che seppe portare l’arte dell’ozio ai massimi livelli di raffinatezza, attingendo a tutte le culture dei paesi conquistati.
L’eruzione del Vesuvio porterà il protagonista ad impegnarsi in una pericolosa missione militare, il cui scopo è il salvataggio degli abitanti delle città minacciate, ma Plinio è mosso anche da altre motivazioni: studiare scientificamente il fenomeno, recuperare due misteriose opere filosofiche, i cui contenuti hanno influenzato la sua stessa vita, e mettere in salvo la donna amata. Attenzione però, quello di Alessandro Luciano non è il solito giallo ammantato di temi storici, né un romanzo storico farcito con una vicenda d’amore, ma quasi un pretesto per far compiere al lettore un viaggio nel tempo. L’autore ci riesce molto bene, ci fa sentire i rumori, gli odori e le voci delle taverne, l’animazione del foro, ci mostra gli splendori delle città, l’arte e gli spettacoli, i quartieri ricchi e quelli poveri. Insomma il sottotitolo ideale potrebbe essere “Vita quotidiana a Pompei ( e non solo) ai tempi dell’eruzione del Vesuvio”.
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