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Legambiente premia gli Ambasciatori del territorio campani

Dall’antica tecnica delle alici di Menaica che mantiene inalterato l’ecosistema marino A, agli Antichi sapori vesuviani che garantisce la sopravvivenza di prodotti locali straordinari, come il Pomodorino del piennolo del Vesuvio D.O.P. e l’albicocca vesuviana; dal Caseificio Le Terre di Don Peppe Diana, un esempio di riscatto sociale e di tradizione casearia locale, alla pizza di Pepe in Grani che è riuscito tra l’altro a valorizzare e far conoscere un piccolo borgo, quello di Caiazzo, in provincia di Caserta, in tutto il mondo. E ancora l’azienda  di Giovanna Voria nel recupero della coltivazione del cece di Cicerale  e Il Caseificio Le Campestre, con l’impegno storico della famiglia Lombardi, ha preservato la tradizione casearia casertana, in particolare attraverso la produzione, con tecniche antichissime, del famoso Conciato romano.

Sono alcuni degli oltre trenta Ambasciatori del Territorio premiati oggi a Napoli da Legambiente nel corso del primo forum nazionale sull’Agroecologia circolare. per proporre una nuova alleanza che possa condurre, oltre alla riduzione dell’utilizzo della chimica attraverso il ricorso a buone pratiche agronomiche, ad un impegno concreto per un Green new deal anche in questo settore.

«Gli Ambasciatori del territorio attraverso il rapporto con le comunità ed i territori raccontano un’agricoltura giusta, sostenibile, sana per i consumatori e responsabile a livello globale – dichiara Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania -. Queste eccellenze virtuose, molte delle quali campane, sono per Legambiente gli ambasciatori di un modello agricolo che più ci piace e che evidenzia un forte legame tra territorio, tradizione, etica e sostenibilità, nell’ambito agroalimentare. L’obiettivo del nostro forum è quello di mettere in campo una serie di sinergie con le eccellenze dell’ambito agroalimentare, istituzioni, università e centri di ricerca per cambiare in meglio l’attuale modello agricolo. Un modello che guardi alla riduzione degli impatti climalteranti, alla valorizzazione del biologico e alla qualificazione dell’agricoltura integrata, promuovendo l’economia circolare e l’utilizzo di materiali riutilizzabili, riciclabili e compostabili, fino al profilo etico del lavoro in agricoltura e alla lotta all’uso dei fitofarmaci illegali».