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Prosegue il progetto “SìSA. Mettiamo l’accento sui giovani”, che l’Opera Salesiana di Salerno, d’intesa con il Comune di Salerno, ha organizzato per promuovere, raccogliere e proporre, idee e istanze di cambiamento provenienti dal basso, direttamente dalla comunità e dai cittadini. Venerdì 3 maggio 2024, alle ore 18.00, presso l’Oratorio Centro Giovanile Salesiano di Salerno, si apriranno i tavoli di progettazione cui sono invitati a partecipare tutti coloro che intendono dare il loro contributo in termini di idee, progetti, proposte per dare possibile concretezza a una città a misura di giovani. Alla luce del documento di sintesi, frutto dell’elaborazione dei dati di un questionario precedentemente somministrato e già presentato pubblicamente e di quanto emerso dagli interventi del primo incontro, i cittadini saranno chiamati a ragionare insieme intorno a nuclei tematici di grande attualità e ad avanzare le loro proposte.
Questi i nuclei tematici, provenienti dai cittadini e dalle istituzioni e agenzie sociali del territorio, sui quali si sarà chiamati al confronto.
LAVORO. L’analisi di comunità condotta tra gli abitanti del quartiere Carmine ha evidenziato in maniera chiara ed inequivocabile nella disoccupazione giovanile, e dunque nel “lavoro”, il problema più rilevante del territorio. Avendo l’opera salesiana come destinatari della propria missione i giovani, essa non può dunque esimersi, pur nei limiti della propria mission, dal fare propria tale problematica. È necessario a tal proposito riuscire a individuare gli spazi di competenza e di intervento dell’opera senza snaturare la chiave di interpretazione delle attività di promozione umana che le è propria. Come immaginare la funzione e il contributo della comunità salesiana in questo ambito? Lasciamoci guidare dalle parole emerse dall’ascolto: opportunità, condivisione, futuro, innovazione.
FORMAZIONE & CULTURA. Dall’attività di ascolto emerge l’evidenza che la cultura è riconosciuta come strumento di prevenzione del disagio, dell’emarginazione, della delinquenza. E’ dunque urgente immaginare progetti che partano dall’educazione alla cultura, che creino itinerari e occasioni di formazione su tematiche concrete (un particolare focus è richiesto sull’educazione al digitale), così da divenire opportunità di costruzione del futuro, in linea con i sogni della comunità e, in particolare dei giovani. In tale ambito appare indispensabile lavorare in rete con tutte le agenzie formative, educative e culturali del territorio, perché solo dalla sinergia delle competenze e delle risorse tra chi condivide obiettivi di miglioramento sociale e di predilezione giovanile sarà possibile concretizzare risposte multiple e coerenti con i bisogni del territorio. Quali spazi e attività di cultura e formazione immaginiamo possano essere realizzati?
ATTENZIONE AL DISAGIO GIOVANILE. L’intervento del magistrato del tribunale dei minori ha evidenziato come, molto spesso, l’attività del delinquere nasce in giovani che non hanno avuto accesso a luoghi di formazione e di crescita, soprattutto laddove manchino la presenza e il supporto familiare. Appare dunque necessario, come prevenzione del disagio e, più in generale, come educazione al benessere esistenziale, creare occasioni e attività di accoglienza, di ascolto, di confronto tra pari e di orientamento, con particolare attenzione al mental health. La richiesta di attenzione alle situazioni di fragilità emerge, d’altronde, anche come richiesta del quartiere. Appare dunque urgente fornire strumenti e occasioni di consapevolezza del sé; è necessario riaccendere l’entusiasmo e rafforzare una fede nel futuro fornendo strumenti e relazioni affidabili, competenti, motivate e motivanti. Come realizzare luoghi, percorsi, attività stabili di prevenzione del disagio e di educazione al benessere?
SUPPORTO ALLE FAMIGLIE E AGLI EDUCATORI. Chi si occupa di educazione e, più in generale, chi è attento all’evoluzione sociale dei ruoli, ed è perciò consapevole dell’attuale delicatezza e fragilità delle relazioni educative, avverte l’urgenza di ristabilire quella asimmetria educativa necessaria tra adulti e nuove generazioni. Dall’attività di ascolto appare chiaro che la generazione “educante” si trova spesso sprovvista di contenuti, di strumenti e di competenze idonee a svolgere la funzione di guida e di indirizzo che le è propria. Da più parti emerge dunque l’esigenza di creare centri per le famiglie, non solo aggregativi ma anche formativi e orientativi; spazi in cui ricevere supporto, spazi di confronto e acquisizione di competenze umane, sociali, culturali, educative. Cosa dovrebbe poter offrire un Centro per famiglie e educatori?
SPAZI DI CONDIVISIONE E PARTECIPAZIONE. Dove e come si incontrano i giovani di Salerno? Quali e quanti sono i luoghi di incontro, condivisione e confronto, liberi dalle logiche del “consumo”? In una società e in un tempo fortemente connotati da competitività, individualismo, e al tempo stesso, da un crescente senso di noia, il territorio avverte il bisogno di creare spazi di aggregazione giovanile dove, come nella più originale delle connotazioni di un oratorio salesiano, “incontrarsi da amici” per trascorrere un tempo “libero” di qualità; luoghi di partecipazione, luoghi dove confrontarsi, condividere, sperimentarsi. Luoghi dove trovare e creare un clima familiare e accogliente che favorisca e faciliti relazioni autentiche e significative. Quali esperienze e quali progetti di “comunità” sarebbe bello offrire ai giovani del nostro territorio?
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