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La festa di Sant’Eustachio

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Dal 3 al 6 settembre presso la parrocchia di sant’Eustachio martire nella zona orientale di Salerno si festeggerà il Santo Patrono ilcui nome deriva dal greco ‘Eystachios’ e significa “producente molte e buone spighe”.

Dal 3 al 5 settembre alle ore 10.00 si terrà presso la chiesa nuova di sant’Eustachio la celebrazione del triduo mentre

Sant'Eustachioil 6 settembre (stesso luogo stessa ora) nell’ambito della Messa solenne sarà pronunciato il Panegirico del Santo patrono del popoloso quartiere

Alle ore 18.00 del 6 settembre si snoderà la processione per le vie del quartiere. La processione sarà accompagnata dalla Banda Musicale di Bracigliano che, a partire dalle ore 21.00, eseguirà brani musicali del suo repertorio.

La storia di sant’Eustachio narra di un ricco e vittorioso generale di nome Placido che, benché pagano, era per sua natura una persona spinta a fare grandi beneficenze.

La leggenda racconta che un giorno intorno al 100-101 andando a caccia, inseguì un cervo di rara bellezza e grandezza che aveva tra le corna una croce luminosa. Cristo gli appare dicendogli: “Placido perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere”.
Riavutosi dallo spavento, il generale di Traiano decise di farsi battezzare prendendo il nome di Eustachio e con lui anche la moglie e i due figli con i nomi di Teopista, Teopisto e Agapio.
Ritornato sul monte, riascoltò la misteriosa voce che gli preannunciava che avrebbe dovuto dar prova della sua pazienza. La peste uccide i suoi servi e le sue serve e poi i cavalli e il bestiame mentre i ladri gli rubano tutto.
Fuggì in Egitto e durante il viaggio si vede togliere la moglie dal capitano della nave che se n’era invaghito. Ridisceso a terra proseguì il viaggio a piedi con i figli, che gli vengono rapiti uno da un leone e l’altro da un lupo, ma poi salvati dagli abitanti del luogo i due ragazzi crescono nello stesso villaggio senza conoscersi.
Rimasto solo Eustachio si stabilisce in un villaggio vicino chiamato Badisso, guadagnandosi il pane come guardiano e vi rimase per 15 anni, finché avendo i barbari violati i confini dell’Impero, Traiano lo manda a cercare per riportarlo a Roma.
Di nuovo comandante delle truppe, arruola soldati da ogni luogo; così fra le reclute finiscono anche i suoi due figli, robusti e ben educati, al punto che Eustachio sempre non riconoscendoli, li nomina sottufficiali, tenendoli presso di sé.
Vinta la guerra, le truppe sostano per un breve riposo in un piccolo villaggio, proprio quello in cui vive coltivando un orto, Teopista, che era rimasta sola dopo la morte del capitano della nave e abitando in una povera casupola; i due sottufficiali le chiedono ospitalità, e nel raccontarsi le loro vicissitudini, finiscono per riconoscersi come fratelli, anche Teopista li riconosce ma non lo dice, finché il giorno dopo presentatasi al generale, per essere aiutata a rientrare in patria, riconosce il marito, segue un riconoscimento fra tutti loro e così la famiglia si ricompone.
Intanto morto Traiano, gli era succeduto Adriano (117), il quale accoglie il vincitore dei barbari con feste e trionfi. Però il giorno dopo si doveva partecipare al rito di ringraziamento nel tempio di Apollo ed Eustachio si rifiuta essendo cristiano; l’imperatore per questo lo condanna al circo insieme ai suoi familiari ma il leone per quanto aizzato non li tocca nemmeno e allora vengono introdotti vivi in un bue di bronzo arroventato, morendo subito, ma il calore non brucia loro nemmeno un capello.
I cristiani recuperano i corpi e gli danno sepoltura, in questo luogo dove, dopo la pace di Costantino (325) fu eretto un oratorio.
Il culto per il martire Eustachio e familiari è antichissimo e innumerevoli sono le chiese, citazioni, racconti e documenti in cui compare il suo nome, già agli inizi del secolo VIII. La sua festa inizialmente al 1° novembre fu spostata al 2 novembre, quando fu istituita la festa di Tutti i Santi e poi dopo l’inserimento della Commemorazione dei Defunti, fu spostata al 20 settembre, data che compare già negli evangeliari dalla metà del sec. VIII.

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Scritto da su 31 Agosto 2015. Archviato in Mondo cattolico. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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